di Andrea Drigani · Il giorno 11 del mese di dicembre Il Calendario liturgico prevede la memoria di San Damaso I Papa, che fu Pontefice Romano dal 366 al 384.
Celebrare la memoria di San Damaso, vuol dire ricordare un Papa che ha promosso e coltivato, grandemente, la memoria dei santi martiri.
San Damaso profuse, infatti, un formidabile impegno per il restauro delle Catacombe, per la loro custodia e per favorirne la visita, anche attraverso la redazione, basata su dati sicuri, delle epigrafi sepolcrali.
Il culto e la venerazione dei martiri era ritenuto come un richiamo concreto e visibile alla storia delle origini cristiane, in aggiunta e a completamento delle narrazioni scritte.
San Damaso in questa sua opera ci rammenta, anche ai nostri giorni, come la conoscenza della storia della Chiesa può favorire la conoscenza del mistero della Chiesa.
Il Pontificato di San Damaso fu abbastanza difficoltoso e travagliato; dovette combattere contro un avversario Ursino, che si comportava da antipapa, il quale gli mosse false accuse di ogni genere, con denunce alle autorità imperiali, che tuttavia furono respinte perché infondate, anche se cagionarono contrasti all’interno della Chiesa. Da qui si comprende come gli attacchi e le contestazioni nei confronti del Papa non sono qualcosa di recente, ma purtroppo vengono da molto lontano.
L’azione ed il magistero di San Damaso si rivolsero, tra l’altro, alla lotta contro le eresie in particolare l’arianesimo e l’apollinarismo.
Si può osservare, inoltre, che San Damaso è il primo papa che inizia, nel diritto ecclesiale, l’uso delle Decretali (Litterae vel Epistulae Decretales), cioè delle lettere precettive che i Romani Pontefici inviavano ai vescovi o ad altre autorità, di solito su richiesta per dirimere casi pratici e risolvere dubbi. Le Decretali assieme alle decisioni (Canones) dei Concili Ecumenici e particolari sono, tuttora, le fonti del diritto canonico.
A San Damaso si deve pure la proclamazione del primato della Sede Apostolica di Roma, prima di tutto nei confronti dell’Imperatore Romano d’Oriente, che tentava di far valere la supremazia politica su tutta la Chiesa Cattolica. San Damaso, a scanso di ogni equivoco, precisò che Roma non aveva il primato perché città imperiale (in concorrenza con Costantinopoli), ma in quanto Sede dell’Apostolo Pietro.
La questione del primato della Sede Romana, sembra ritornare di stringente attualità tenuto conto del duro scontro tra il Patriarcato di Mosca e il Patriarcato di Costantinopoli, che sta portando enorme turbamento tra le Chiese ortodosse e l’intera cristianità.
San Damaso ebbe anche il merito di affidare a San Gerolamo, che fu suo segretario, la traduzione in lingua latina della Sacra Scrittura (Vulgata) per diffondere e far conoscere la Parola di Dio (Cfr. S. Tarocchi, San Girolamo: traduttore e servitore della Parola di Dio, in Il Mantello della giustizia, novembre 2020).
Come si è scritto all’inizio, il compito più rilevante di San Damaso è stato quello di tutelare e dare impulso alla memoria storica del cristianesimo, in particolare con i lavori compiuti nei cimiteri e nella basiliche romane. Con ciò – osservava il gesuita Antonio Ferrua (1901-2003) – si è meritato la riconoscenza imperitura degli archeologi, che se lo sono scelto a protettore.