Pier Canisio. Quando la catechesi nasce dalla mistica
di Francesco Vermigli · Quando si pensa alla Controriforma, la mente dell’uomo moderno – allenato alle meraviglie della ragione raziocinante – pensa alla durezza delle contese teologiche, ad un’atmosfera cupa e pesante, al controllo scrupoloso delle coscienze, alla regolazione minuziosa della vita cristiana. Ma se quella mente andasse alla luce splendente del barocco e alla sua ridondante espressività, forse meglio toccherebbe l’essenza di quell’epoca.
Al centro della Controriforma sta una congregazione dalla solida formazione intellettuale, dal grande slancio missionario e dalla collocazione preminente nella Chiesa dell’epoca: la Compagnia di Gesù. Tra i primi e più rilevanti suoi rappresentanti fu san Pier Canisio (latinizzazione di Pietro Kanis).
Fece di Ingolstadt – di fronte alla luterana Jena – il centro irradiante di un cattolicesimo combattivo, ma anche straordinariamente persuasivo. Qui conquistò la fama di grande predicatore. Da qui soprattutto iniziò a spargere le sue pubblicazioni dedicate alla catechesi, che avrebbero segnato il futuro della Germania cattolica per lungo tempo. Diceva papa Benedetto XVI in una catechesi dedicata al Canisio: «in Germania, ancora nella generazione di mio padre, la gente chiamava il Catechismo semplicemente il Canisio: fu realmente il catechista della Germania, ha formato la fede di persone per secoli» (Roma, Aula Paolo VI, 9 febbraio 2011).
Ma che catechismo è il catechismo che viene presentato nelle tre diverse opere a questo dedicate e pubblicate da Canisio tra il 1555 e il 1558? Un catechismo innanzitutto lineare e chiaro. Un catechismo poi nutrito dalla vasta conoscenza patristica dell’autore: un catechismo che nasce dunque anche dalla conoscenza dello sviluppo storico del dogma. Un catechismo solido, e che riesce a far trapelare la profondità della vita spirituale del Canisio.
i essere da Dio reso una nuova creatura.