Il Patriarcato Ecumenico nel mondo contemporaneo. La Lectio Magistralis di Bartolomeo I all’Antonianum
di Dario Chiapetti · Lo scorso 21 ottobre Sua Santità Bartolomeo I, Arcivescovo di Costantinopoli e Patriarca Ecumenico ha tenuto la prolusione per l’apertura dell’anno accademico e la consegna del dottorato honoris causa in filosofia della Pontificia Università Antonianum, consegnato da Fra’ Michael Anthony Perry, Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori e Gran Cancelliere. Riporto i contenuti salienti del suo discorso per la loro rilevanza e per omaggiare nelle righe di questa Rivista la sua figura, nell’ottantesimo anniversario della sua nascita.
Il contesto in cui si è inserito l’evento – come ha spiegato il Rettore Fra’ Agustín Hernández Vidales – era l’approvazione ufficiale del nuovo corso di licenza in Ecologia integrale: un percorso formativo ispirato dall’enciclica Laudato si’, confermato nelle sue linee portanti dalla costituzione apostolica Veritatis Gaudium e approvato dalla Congregazione per l’Educazione cattolica. Come ha chiarito Vidales, esso «trova fondamento nella teologia della creazione e analizza questioni riguardanti l’etica ambientale, sociale, economica e familiare. Tiene conto delle diverse scienze per delineare una prospettiva in sintonia con la Laudato si’ che permetta di tracciare modelli convincenti di cura della Casa comune». Nell’avviare questo corso, l’Ateneo ha voluto che il primo dottore in filosofia con indirizzo in Ecologia integrale fosse il Patriarca Bartolomeo, per l’eccellenza della sua attività intellettuale e della sua azione pastorale in questo ambito.
Il Cardinale Kurt Koch, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità tra i cristiani, ha sottolineato il comune sentire del Patriarca e del Papa e il rapporto di sorellanza tra le chiese di Roma e di Costantinopoli. Il Cardinale Peter Turkson, Prefetto del Dicastero per lo Sviluppo umano integrale, ha ricordato come nella spiritualità ortodossa la vocazione dell’uomo sia quella di custodire il creato, che rivela l’intimo legame tra la dimensione spirituale e l’ecologia. La Laudatio pronunciata dal Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin ha evidenziato l’azione sinergica del Patriarca e del Papa in favore dell’unità dei cristiani, in cui la cura del creato è posta come vera e propria questione ecumenica.
La Lectio Magistralis di Bartolomeo, dal titolo Il Patriarcato Ecumenico nel Mondo Contemporaneo: Visione e Testimonianza Sociale, ha offerto una presentazione della visione che il Patriarcato ha circa la sua testimonianza nel mondo e degli sforzi compiuti negli anni per attuarla. In particolare gli ambiti di riflessione e di impegno a cui Bartolomeo ha fatto riferimento sono stati la promozione della cura del creato e della giustizia sociale e la promozione del dialogo interreligioso ed intercristiano, al fine di una più convinta ed energica azione comune delle religioni a favore della pace nel mondo.
Alla crisi ecologica sono correlati i problemi sociali, come il crescente divario tra ricchi e poveri. Come affermò il Messaggio congiunto per la giornata mondiale di preghiera per la protezione del Creato del 2017 il «deterioramento del pianeta grava sulle persone più vulnerabili». Pertanto – ha proseguito Bartolomeo – l’economia non è «legittimata a rimanere nella sua propria legge e nel principio della massimizzazione della redditività, quando queste sono distruttive per l’ambiente e per la società». È per questo motivo che per Bartolomeo l’uomo contemporaneo necessita di un «cambiamento radicale di mentalità» che concerne proprio la presa di «consapevolezza della gravità della presente crisi ecologica e dei problemi sociali correlati».
Il secondo punto ha riguardato l’impegno del Patriarcato nella promozione del dialogo interreligioso, intercristiano e col mondo secolarizzato. Il dialogo – come ha ricordato che il Papa ha affermato in Fratelli tutti – è l’opzione tra «l’indifferenza egoista» e la «protesta violenta» e le religioni devono svolgere un ruolo imprescindibile per la sua promozione. A questo proposito ha richiamato come oggi si parli del cosiddetto «“ritorno di Dio”», espressione che indica il superamento della teoria dell’«“era post-religiosa”» e della «totale secolarizzazione della cultura». La religione svolge in modo unico quattro importanti funzioni: fornisce «risposte alle domande esistenziali dell’uomo», crea e conserva «le più alte conquiste della cultura, i più preziosi valori spirituali dell’uomo e una profonda conoscenza antropologica», è intrinsecamente legata «all’identità dei popoli e delle culture» e rappresenta «una missione e una responsabilità per la pace». Un rischio da evitare è quello di «identificare la religione con i suoi aspetti negativi» a causa di «travisamenti ideologici» della stessa: «La vera religione si basa sempre sulla libertà e sul rispetto della dignità umana e dei valori umani», pertanto «è impossibile che esista un mondo di pace e di giustizia senza il contributo dei grandi poteri spirituali dell’umanità». Pertanto – come ha ricordato che riteneva Jürgen Habermas – le decisioni politiche delle società «“post-secolari” […] non dovrebbero offendere i valori e le convinzioni fondamentali delle comunità religiose», nel rispetto della legge civile e dei diritti umani.
A livello interreligioso Bartolomeo ha ricordato che il Patriarcato ha promosso importanti dialoghi bilaterali con musulmani ed ebrei e che il Documento per la Fratellanza Umana per la pace mondiale e la convivenza comune del 2019, a firma del Papa e del Grande Imam di Al-Azhar, rappresenta una «bussola comune che guida la nostra strada». A livello intercristiano ha ricordato il documento Per la Vita del Mondo – Verso un ethos sociale della Chiesa Ortodossa, redatto da un comitato di teologi da lui nominati, per «coltivare e diffondere l’insegnamento del Santo e Grande Concilio di Creta sulle questioni sociali», che invita all’assunzione di «modelli di relazionalità che renderebbero il cosmo […] ciò che Dio intendeva essere la creazione». In questa linea si pone l’enciclica Fratelli tutti, la quale rappresenta «una sfida sconvolgente per la nostra vita ecologica, politica, economica e sociale», che può essere attuata se si inizia «a sognare e agire come “una sola famiglia umana”».
Questa prospettiva può essere condivisa proprio se – come conclude Bartolomeo – è presente il «riferimento a un “Assoluto”» – Dio –, che per i cristiani è «Gesù Cristo, il “Dio-Uomo” (“Θεάνθρωπος”)», Colui che fa sì che la fede in Lui sia «una fonte inesauribile di creatività, libertà “che si fa vera nell’amore” nel mondo». Pertanto «l’intervento della Chiesa nelle “cose umane”» – nella promozione della cura del creato e della giustizia sociale e nel dialogo per la pace – «non è semplicemente “socialità orizzontale” e “azione aggiuntiva”, ma importante manifestazione della spiritualità, della natura eucaristica, comunitaria ed escatologica e dell’identità della sua vita».