«Non rubare» : Quando il diavolo entra dalle tasche
E se in questa prospettiva anche la proprietà privata trova la sua funzione e la sua legittimità “, per Papa Francesco “ogni ricchezza per essere buona deve avere una dimensione sociale”: Insomma “ chi possiede un bene è un amministratore della Provvidenza”. Bella – e forse per qualcuno sorprendente – analogia con l’articolo 43 della nostra Costituzione che impone alla legge di regolamentare la proprietà privata in modo da “assicurarne la funzione sociale e renderla accessibile a tutti”.
Allora cosa dobbiamo fare per essere dei buoni “amministratori della Provvidenza” ? La Catechesi di Papa Francesco sul Settimo Comandamento è un esercizio utile prima di tutto per farci assumere la piena consapevolezza che, vivendo appunto in un pianeta dalle risorse limitate, oltre a preoccuparci di lasciarne una parte alle generazioni che verranno, dobbiamo pure consentire ai tre miliardi di esseri umani impoveriti di uscire rapidamente dalla miseria. Ed avere ben chiaro che se oggi esiste ancora quasi un miliardo di affamati, non è perché non si produce abbastanza cibo, ma perché il cibo è distribuito male.
Ma, come sostiene Francesco Gesualdi in un editoriale di “Avvenire”, non possiamo farcela da soli. Ci sono delle regole da cambiare. E’ tutta l’impostazione dell’economia mondiale che risponde a logiche assurde, che hanno trasformato un terzo della popolazione in “scarti” da qualsiasi punto di vista, un terzo in persone utili solo come lavoratori forzati e un terzo in superconsumatori. Ma è un’utopia pensare che si debba porre fine con norme più serie e rigide ai tanti “furti di dignità” che si manifestano sotto forma di salari ridicoli, di fuga dei capitali nei paradisi fiscali, oppure con l’imposizione di misure da strozzo ai Paesi indebitati ? Spingiamo tutti perché stati e governi si muovano. Intanto ognuno di noi dimostri di aver imparato a declinare in maniera corretta il settimo comandamento: non rubare.