Questa che segue è una poesia che racconta dello sbigottimento e dell’inatteso riemergere della paura atavica della guerra. Tutto in pochi giorni, tutto come da copione millenario. Una bambina non lo sa e i suoi gesti sono gesti di una nuova speranza. (F.V.)
La guerra avanza a puntate / sulla placida vita moderna: / ad attanagliarci non è la morte / primordiale e prevedibile fine, per sempre vinta da Lui, / ma la riesumata insicurezza imposta da “loro” a “noi”.
Stropiccia l’occhio in treno la bimba / cominciato ha la breve vacanza / è giovedì ma fa poca importanza / perché a Roma la mamma a venire / l’ha convinta senza tante storie.
Ignora che infuria la guerra / e in Europa trema la terra / che il cielo azzurro non è più immacolato / che i campi d’oro vengono scavati / e di uomini poi riempiti
Che il popolo ucraino cade arruolato / che il popolo russo in patria è arrestato / che risulta dura negoziare / e non si parla di perdonare.
E mentre la mano della mamma cerca, / non lo sa, ma confida già / nel Padre Eterno che sempre conforta.
E della pace cosa rimane?
La preghiera di un mondo migliore / di uomini donati all’amore / e azioni compiute nel silenzio, / solidarietà che porta al cambiamento.
Laura Donnini