di Carlo Parenti · Papa Francesco non ha voluto mancare in Kazakhistan al settimo Congresso dei Leader delle Religioni Mondiali e Tradizionali che si è svolto il 14 e 15 settembre 2022 a Nur-Sultan, capitale modernissima di uno Stato in cui convivono musulmani, ebrei e cristiani soprattutto ortodossi. I cattolici sia latini che di rito orientale sono una esigua minoranza. In Kazakhistan, paese di ben 2.725.000 di chilometri quadrati (l’Europa con 27 stati copre 4 milioni di km² e conta 447,7 milioni di abitanti) vivono solo 20 milioni di persone.
Al Congresso hanno partecipato oltre 100 delegazioni provenienti da 50 paesi, tra cui i leader spirituali delle religioni mondiali e tradizionali dell’Islam, del Cristianesimo, del Buddismo, dell’Ebraismo, dell’Induismo, del Taoismo, dello Zoroastrismo e dello Shintoismo, oltre a personalità politiche e pubbliche, rappresentanti di organizzazioni internazionali e della comunità degli esperti.
Papa Francesco sa che si è recato in una terra multietnica, multiculturale e multireligiosa (sono 4.000 le associazioni religiose che rappresentano 18 confessioni) con oltre 100 gruppi etnici e più di una ottantina di lingue diverse ed una complessa storia alle spalle. Giovanni Paolo II, prima papa sul suolo kazako, nel 2001 definì il paese «Terra di martiri e di credenti, Terra di deportati e di eroi, Terra di pensatori e di artisti».
Tant’è che, ricordando san GP2°, nei suoi discorsi -pronunciati nel solco della Fratelli Tutti– che invito a leggere integralmente
[ Arabo – Francese – Inglese – Italiano – Polacco – Portoghese – Russo – Spagnolo – Tedesco ]
[ Arabo – Francese – Inglese – Italiano – Polacco – Portoghese – Russo – Spagnolo – Tedesco ]
[ Arabo – Francese – Inglese – Italiano – Polacco – Portoghese – Russo – Spagnolo – Tedesco ]
[ Arabo – Francese – Inglese – Italiano – Polacco – Portoghese – Russo – Spagnolo – Tedesco ]
Francesco ha lungamente citato: lo strumento musicale tradizionale e caratteristico del paese, la dombra, simbolo di armonia e pace; il poeta kazako più celebre, Abai (1845-1904), che affermava: «la fonte dell’umanità è amore e giustizia, […] sono esse le corone della creazione divina» (Parola 45) ; il fondamentalismo che inquina e corrode ogni credo, il radicalismo, il fanatismo e il terrorismo; le prigioni, i lavori forzati e le uccisioni dei martiri anche cristiani sotto il comunismo; l’insensata follia della guerra; il nazionalismo ammantato di sacralità; la libertà religiosa; la trascendenza e la fratellanza; la pace! Beybitşilik, mir, peace!
Francesco, come monito finale dei suoi interventi, ha detto: “Cari fratelli e sorelle, andiamo avanti insieme, perché il cammino delle religioni sia sempre più amichevole. Abai diceva che «un falso amico è come un’ombra: quando il sole splende su di te, non ti libererai di lui, ma quando le nuvole si addensano su di te, non si vedrà da nessuna parte» (Parola 37). Non ci capiti questo: l’Altissimo ci liberi dalle ombre del sospetto e della falsità; ci conceda di coltivare amicizie solari e fraterne, attraverso il dialogo frequente e la luminosa sincerità delle intenzioni”.
Questa la dichiarazione finale del Congresso:
Noi partecipanti al VII Congresso -leader spirituali delle religioni mondiali e tradizionali, politici, capi di organizzazioni internazionali-,
guidati dal desiderio condiviso di un mondo giusto, pacifico, sicuro e prospero,
affermando l’importanza di valori comuni nello sviluppo spirituale e sociale dell’umanità,
riconoscendo la necessità di contrastare e superare l’intolleranza, la xenofobia, la discriminazione e i conflitti basati su differenze etniche, religiose e culturali,
rispettando la ricchezza della diversità religiosa e culturale,
comprendendo che atti di carità, compassione, misericordia, giustizia e solidarietà contribuiscono all’avvicinamento di popoli e società,
riconoscendo l’importanza dell’educazione e della spiritualità per la crescita personale e interreligiosa,
affermando l’importanza del ruolo e dei diritti delle donne nella società,
dichiarando che la disuguaglianza materiale porta a malcontento, tensione sociale, conflitto e crisi nel nostro mondo,
riconoscendo l’importanza di affrontare le sfide globali nel nostro mondo post-pandemia, compresi i cambiamenti climatici, la povertà e la fame; il crimine organizzato, il terrorismo e le droghe,
condannando nei termini più forti l’estremismo, il radicalismo e il terrorismo che portano alla persecuzione religiosa e minano la vita e la dignità umana,
condannando la creazione di focolai di tensione interstatale e internazionale nel mondo,
esprimendo seria preoccupazione per la crescita globale del numero di migranti e rifugiati bisognosi di assistenza umanitaria e di protezione,
esprimendo il fermo desiderio di contribuire alla creazione di condizioni per la riconciliazione e il dialogo tra le parti in conflitto,
comprendendo l’urgente necessità che i leader spirituali e politici collaborino nell’affrontare le sfide del nostro mondo,
apprezzando tutte le iniziative internazionali, regionali, nazionali e locali, specialmente gli sforzi dei leader religiosi, per promuovere il dialogo tra religioni, culture e civiltà,
esprimendo l’intenzione di intensificare la cooperazione tra le comunità religiose, le istituzioni internazionali, nazionali e pubbliche e le organizzazioni non governative nel periodo post-pandemia,
riaffermando il lavoro del Congresso dei leader delle religioni mondiali e tradizionali come piattaforma di dialogo interreligioso internazionale per i rappresentanti di molte religioni, confessioni e credi,
sottolineando l’opportunità che il Congresso dei leader delle religioni mondiali e tradizionali compia ulteriori passi specifici per allargare il dialogo tra confessioni, religioni e civiltà,
abbiamo raggiunto una posizione comune e dichiariamo quanto segue:
1. Compiremo ogni sforzo per assicurare che il Congresso dei leader delle religioni mondiali e tradizionali continui le sue attività regolari a beneficio della pace e del dialogo tra religioni, culture e civiltà.
2. Dichiariamo che nella situazione dello sviluppo del mondo dopo la pandemia, della globalizzazione dei processi mondiali e delle minacce alla sicurezza, il Congresso dei leader delle religioni mondiali e tradizionali svolge un ruolo importante nel mettere in atto sforzi congiunti per rafforzare il dialogo nel nome della pace e della cooperazione, nonché nella promozione di valori spirituali e morali.
3. Riconosciamo che le conseguenze negative della malattia pandemica possono essere superate solo attraverso uno sforzo congiunto, lavorando insieme e aiutandosi reciprocamente.
4. Siamo convinti che lo scatenarsi di qualsiasi conflitto militare, focolaio di tensione e scontro generi una reazione a catena che ostacola le relazioni internazionali.
5. Crediamo che l’estremismo, il radicalismo, il terrorismo e ogni altra forma di violenza e guerra, quale che sia il loro fine, non hanno nulla a che vedere con la vera religione e devono essere respinti nei termini più forti possibili.
6. Esortiamo con forza i governi nazionali e le organizzazioni internazionali autorizzate, a fornire un’assistenza completa a tutti i gruppi religiosi e alle comunità etniche che hanno subito la violazione dei diritti e violenza da parte di estremisti e terroristi come conseguenza di guerre e conflitti militari.
7. Esortiamo i leader mondiali ad abbandonare ogni retorica aggressiva e distruttiva che porta alla destabilizzazione del mondo, e a cessare i conflitti e lo spargimento di sangue in ogni angolo del nostro mondo.
8. Esortiamo i leader religiosi e le figure politiche di spicco delle diverse parti del mondo a sviluppare dialogo instancabilmente nel nome dell’amicizia, della solidarietà e della pacifica coesistenza.
9. Sosteniamo la partecipazione attiva dei leader delle religioni mondiali e tradizionali e delle figure politiche di spicco al processo di risoluzione dei conflitti per realizzare una stabilità a lungo termine.
10. Osserviamo che il pluralismo e le differenze di religione, colore della pelle, genere, razza e lingua sono espressione della saggezza della volontà di Dio nella creazione. Pertanto, ogni atto di coercizione verso una particolare religione e dottrina religiosa è inaccettabile.
11. Chiediamo il sostegno per iniziative volte all’attuazione pratica del dialogo interreligioso e inter-denominazionale, al fine di costruire giustizia sociale e solidarietà per tutti i popoli.
12. Siamo solidali con gli sforzi delle Nazioni Unite, di tutte le altre istituzioni e organizzazioni internazionali, governative e regionali, per promuovere il dialogo tra civiltà e religioni, Stati e nazioni.
13. Riconosciamo l’importanza e il valore del Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune firmato dalla Santa Sede e da Al-Azhar Al-Sharif (adottato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con la risoluzione A/RES /75/200 del 21 dicembre 2020), e della Dichiarazione della Mecca (adottata alla Mecca nel maggio 2019), che auspicano pace, dialogo, comprensione e rispetto reciproci tra i credenti per il bene comune.
14. Apprezziamo i progressi compiuti dalla comunità globale nei campi della scienza, della tecnologia, della medicina, dell’industria e in altri ambiti, e tuttavia rileviamo l’importanza della loro armonizzazione con i valori spirituali, sociali e umani.
15. Rileviamo che i problemi sociali spesso spingono le persone ad azioni estreme, ed esortiamo tutti gli Stati del mondo a garantire condizioni di vita adeguate per i loro cittadini.
16. Osserviamo come persone e società che non riconoscono l’importanza dei valori spirituali e degli orientamenti morali rischiano di perdere la loro umanità e creatività.
17. Esortiamo i leader della politica e del mondo degli affari a concentrarsi sul superamento degli squilibri nello sviluppo delle società moderne e a ridurre il divario nel benessere dei diversi segmenti della popolazione e dei diversi Paesi nel mondo.
18. Notiamo l’impatto positivo del dialogo tra i leader delle religioni mondiali e tradizionali sui processi socio-politici negli Stati e nelle società, contribuendo a preservare la pace.
19. Partiamo dal fatto immutabile che l’Onnipotente ha creato tutte le persone uguali, a prescindere dalla loro appartenenza razziale, religiosa, etnica o di altro genere o dal loro status sociale, pertanto la tolleranza, il rispetto e la comprensione reciproca sono alla base di ogni insegnamento religioso.
20. Esortiamo i personaggi politici e pubblici, i giornalisti e i blogger a evitare la generalizzazione religiosa e a non identificare l’estremismo e il terrorismo con intere nazioni e religioni amanti della pace.
21. Sosteniamo l’ampliamento del ruolo dell’educazione e dell’istruzione religiosa nel rafforzare la rispettosa coesistenza di religioni e culture e sfatare pericolosi pregiudizi pseudoreligiosi.
22. Prestiamo particolare attenzione all’importanza di rafforzare l’istituzione della famiglia.
23. Sosteniamo la tutela della dignità e dei diritti delle donne, il miglioramento del loro status sociale come pari membri della famiglia e della società.
24. Rileviamo l’ineludibilità dello sviluppo digitale globale come anche l’importanza del ruolo dei leader religiosi e spirituali nell’interagire con i politici per risolvere i problemi della disuguaglianza digitale.
25. Cerchiamo di sviluppare un dialogo con i media e altre istituzioni della società per spiegare l’importanza dei valori religiosi per promuovere l’alfabetizzazione religiosa, la tolleranza interreligiosa e la pace civile.
26. Ci appelliamo a tutte le persone di fede e di buona volontà affinché si uniscano in questo tempo difficile e contribuiscano a garantire armonia e sicurezza nella nostra casa comune, il pianeta Terra.
27. Preghiamo per sostenere tutte le persone di buona volontà del pianeta che danno un contributo significativo all’allargamento del dialogo tra civiltà, religioni e nazioni per un mondo più prospero.
28. Chiediamo di sostenere atti di misericordia e compassione in regioni colpite da conflitti militari e da disastri naturali o causati dall’uomo.
29. Chiediamo solidarietà nel sostenere le organizzazioni internazionali e i governi nazionali nei loro sforzi di superare le conseguenze della pandemia da Covid.
30. Affermiamo che il fine del Congresso e della presente Dichiarazione è di guidare le generazioni contemporanee e future dell’umanità nel promuovere una cultura di tolleranza, rispetto reciproco e pace, per un utilizzo nell’amministrazione pubblica di qualsiasi Paese del mondo, come anche dalle organizzazioni internazionali, comprese le istituzioni delle Nazioni Unite.
31. Diamo disposizioni alla Segreteria del Congresso perché elabori un Concetto per lo sviluppo del Congresso dei leader delle religioni mondiali e tradizionali come piattaforma di dialogo interreligioso globale per il 2023-2033.
32. Affermiamo il ruolo della Repubblica del Kazakhstan come centro autorevole e globale di dialogo tra civiltà, religioni e confessioni.
33. Ringraziamo la Repubblica del Kazakhstan e il presidente Kassym-Jomart Tokayev per le iniziative umane, per aver convocato il vii Congresso dei leader delle religioni mondiali e tradizionali, per il contributo dato alla creazione e al progresso, alla pace e all’armonia.
34. Siamo grati alla Repubblica del Kazakhstan per l’eccellente organizzazione del Congresso e al popolo kazako per la sua cordialità e ospitalità.
35. Confermiamo il nostro interesse collettivo a proseguire le attività del Congresso dei leader delle religioni mondiali e tradizionali e la nostra intenzione di convocare la prossima VIII Conferenza nel 2025 nella capitale della Repubblica del Kazakhstan, Nur-Sultan.