Francesco e le vere battaglie di civiltà

” Per Francesco, “certe scelte non sono neutrali: destinare gran parte della spesa alle armi, vuol dire toglierla ad altro, il che significa continuare a toglierla ancora una volta a chi manca del necessario. E questo è uno scandalo: le spese per le armi […] bisogna creare la coscienza che continuare a spendere in armi sporca l’anima, sporca il cuore, sporca l’umanità“.

Il Papa il 24 marzo scorso ha fermamente ribadito i citati concetti (vedi) “La storia degli ultimi settant’anni lo dimostra: guerre regionali non sono mai mancate, per questo io ho detto che eravamo nella terza guerra mondiale a pezzetti, no? un po’ dappertutto, fino ad arrivare a questa, che ha una dimensione maggiore e minaccia il mondo intero. Ma il problema di base è lo stesso: si continua a governare il mondo come uno ‘scacchiere’, dove i potenti studiano le mosse per estendere il predominio a danno degli altri.” Io mi sono vergognato quando ho letto che non so, un gruppo di Stati si sono compromessi a spendere il due per cento del PIL nell’acquisto di armi, come risposta a questo che sta [succedendo] adesso … la pazzia, eh? La vera risposta, come ho detto, non sono altre armi, altre sanzioni, altre alleanze politico-militari, ma un’altra impostazione, un modo diverso di governare il mondo, non facendo vedere i denti, come adesso, no? un mondo ormai globalizzato, un modo diverso e di impostare le relazioni internazionali.

In verità però Francesco sta operando, senza abbandonare gli aggrediti come troppe volte accadde negli anni precedenti la Seconda guerra mondiale, per il negoziato, ma per questo è necessario che parallelamente la “buona politica” riprenda il bandolo della matassa nelle proprie mani senza sottomissioni a quello che il Papa definisce il “potere economico-tecnocratico-militare.

Penso anche allo storico Franco Cardini che afferma (vedi): “Lavoriamo per la pace, dunque. Ma facciamolo con realismo, senza piagnistei e senza isterismi manichei. Manifestare per la pace ma al tempo stesso ‘schierarsi con l’Occidente, senza se e senza ma’, significa solo contribuire a correre a passo di carica verso una prosecuzione e un allargamento del conflitto che non può giovare a nessuno. Le guerre, le perdono tutti”.

Chiudo rinviando a due siti ricchi di dati sulle spese militari globali pari annualmente a circa 2000 miliardi di dollari (vedi) e sui conflitti- ad alta e soprattutto a bassa intensità- oggi in corso nel mondo (vedi) che vedono coinvolti ben 70 Stati e 1502 tra milizie-guerrigliere, gruppi terroristi-separatisti-anarchici.