Francesco auspica «consulenti integrali» d’impresa per cooperare a ri-orientare il modo di stare su questo pianeta ammalato

di Carlo Parenti · Nel numero di ottobre 2022 di questa rivista Antonio Lovascio ci ha fatto riflettere sull’intervento di papa Francesco alla Confindustria, rivolto a chi fa impresa. Dieci giorni dopo, il 22 settembre, Francesco si è invece incontrato con coloro che assistono il mondo imprenditoriale nel fare le scelte opportune nelle diverse situazioni, fornendo servizi professionali. Cioè le case di revisione e consulenza.

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Papa Francesco, dunque, il 22 settembre 22 ha ricevuto una rappresentanza dei consulenti della società internazionale Deloitte Global e sottolineando “la grande responsabilità” li ha invitati ad essere “consulenti integrali per cooperare a ri-orientare il modo di stare su questo pianeta, ammalato nel clima e nelle disuguaglianze”

Conseguentemente si è domandato: “Quali sono dunque le condizioni perché un consulente, un coordinatore di consulenti, un professionista esperto possa contribuire a invertire o almeno a correggere la rotta? Come impostare il proprio lavoro in modo da poter camminare verso un mondo più abitabile, più giusto e più fraterno?”

Francesco ha dato tre suggerimenti.

Il primo: avere la “consapevolezza che voi potete lasciare un segno”, in virtù del “potere” di una società come Deloitte capace “di orientare le scelte, di influenzarne i criteri, di valutare le priorità per le aziende, le università, gli organismi sovranazionali, i governi nazionali e locali, e per coloro che prendono decisioni a livello politico”[…] “Le vostre conoscenze, le vostre esperienze, le vostre competenze e la vastità della rete delle vostre relazioni costituiscono un immenso patrimonio immateriale che aiuta imprenditori, banchieri, managers, amministratori pubblici a capire il contesto, a immaginare il futuro e a prendere decisioni. Dunque, aiutare a conoscere per aiutare a decidere”. A questo “potere dovrebbe affiancarsi costantemente la volontà di indirizzare le vostre analisi e le vostre proposte verso scelte coerenti con il paradigma dell’ecologia integrale”. Una domanda aiuta a valutare ciò che funziona o meno: “Quale mondo vogliamo lasciare ai nostri figli e nipoti?”.

ll secondo suggerimento del Papa è di “assumere ed esercitare la vostra responsabilità culturale”, intesa come “assicurare un’adeguata qualità professionale, e inoltre una qualità antropologica ed etica che vi permetta di suggerire risposte coerenti con la visione evangelica dell’economia e della società, in altre parole, con la dottrina sociale cattolica”[…]“Le varie culture, che hanno prodotto la loro ricchezza nel corso dei secoli, devono essere preservate perché il mondo non si impoverisca. E questo senza trascurare di stimolarle a lasciar emergere da sé stesse qualcosa di nuovo nell’incontro con altre realtà” (Enc. Fratelli tutti, 134).

Per Francesco è più che mai “vero quello che diceva San Paolo VI quando affermava ‘che il nuovo nome della pace è lo sviluppo nella giustizia sociale’. E “il consulente può fare molto davanti a questo contesto difficile e incerto: Può impostare le sue analisi e le sue proposte secondo uno sguardo e una visione integrali: infatti, lavoro dignitoso delle persone, cura della casa comune, valore economico e sociale, impatto positivo sulle comunità sono realtà tra loro connesse”.

è chiamato a proporre indirizzi nuovi per sfide nuove, perché gli schemi vecchi hanno funzionato solo in parte, in contesti diversi”. In questo senso bisogna essere “consulenti integrali: esperti e professionisti che tengono conto delle connessioni tra i problemi e le loro rispettive soluzioni e che accolgono il concetto dell’antropologia relazionale: quella che «aiuta l’uomo anche a riconoscere la validità di strategie economiche che mirino anzitutto alla qualità globale della vita raggiunta, prima ancora che all’accrescimento indiscriminato dei profitti, ad un benessere che se vuol essere tale è sempre integrale, di tutto l’uomo e di tutti gli uomini. Nessun profitto è infatti legittimo quando vengono meno l’orizzonte della promozione integrale della persona umana, della destinazione universale dei beni e dell’opzione preferenziale per i poveri» [ Congr. Dottr. Fede – Dicast. Serv. Svil. Um. Integr., Oeconomicae et pecuniariae quaestiones. Considerazioni per un discernimento etico circa alcuni aspetti dell’attuale sistema economico-finanziario  ] e aggiungiamo: la cura della nostra casa comune”.

 

Auspicio finale di Francesco è dunque che si possa “costruire quel ponte necessario tra il presente paradigma economico, basato su consumi eccessivi e che sta vivendo la sua ultima fase, con il paradigma emergente, un paradigma strutturato sull’inclusione, la sobrietà, la cura e il benessere”.