A scuola con Doroteo di Gaza (505-569), un curioso ragazzo

506 500 Carlo Nardi
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candela-libro-300x240di Carlo Nardi • Doroteo di Gaza, monaco, padre spirituale, abate in una delle Istruzioni ai suoi confratelli parla in via confidenziale, di se a scuola. Traduco dal suo greco colloquiale le sue impressioni di studente.

«Quando mi accingevo a leggere i classici, dapprincipio era tutto un patire e, appena avevo in mano il libro, era per me come se fossi in procinto di dover agguantare una bestia feroce.

Ora, poiché rimasto al pezzo facendo forza a me stesso, Iddio m’ha dato una mano e mi son ritrovato in quella situazione al punto che non mi rendevo più conto di che cosa mangiavo o bevevo o di come dormivo, infervorato com’ero nella lettura. E non mi sentii mai attratto a pranzare con qualche mio amico. Non mi mettevo in loro compagnia, quand’era tempo di lettura. Eppure star con loro mi piaceva e ai miei compagni volevo bene.

Quando il professore di lettere ci dava il permesso, anch’io andavo a fare il bagno. Difatti, durante la giornata avevo bisogno di rinfrescarmi, perché per effetto di quella lettura spropositata mi ritrovavo inaridito. Rincasavo e lì rimanevo: non sapevo nemmeno che mangiare, perché non potevo lasciare quel mio impegno per preparare il desinare. D’altra parte, uno uomo di fiducia ce l’avevo, e lui me lo approntava a suo piacimento. Prendevo la pietanza preparata da lui, mentre di sbieco tenevo il libro sul lettino e a poco a poco ne sbirciavo lo scritto. In modo simile, durante la pennichella l’avevo vicino a me sulla mia sedia e, siccome facevo solo un pisolino, subito tornavo alla lettura.

Ancora. La sera, quando mi ritiravo, dopo l’accensione delle lanterne, accendevo il lume, e fino a mezzanotte ero impegnato nella lettura. E così ero nella disposizione di non sentire altro piacere se non dalla lettura» (Istruzione 10,105: Sources Chretiennes 93,338).

Il lettore può essere curioso circa gli usi del tempo nell’Impero romano in oriente, circa le istituzioni scolastiche del tempo, le mentalità diffuse e il carattere del personaggio, ma anche dell’effetto che il testo farebbe a confronto con scolari, studenti, universitari, specialmente alla ripresa delle lezioni. E di cosa potrebbe nascer cosa.

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