“Ascolto, visione, creatività”. Una nuova cultura per educare

La Cultura rappresenta la salvaguardia dell’umano”, perché “immerge nella contemplazione e plasma persone che non sono in balia delle mode del momento, ma ben radicate nella realtà delle cose”. In queste parole va colto il filo rosso che lega il messaggio più profondo che Papa Francesco intende consegnare alla Chiesa, sollecitandola a svolgere la propria missione soprattutto nel campo dell’educazione, in dialogo con la società. Spronandola a superare quella sorta di “analfabetismo culturale” (ovvero l’incapacità di leggere il proprio tempo) a volte presente nella sensibilità cattolica. Se, da un lato questo “Patto educativo globale” è profondamente radicato nell’insegnamento del Concilio Vaticano II e del Magistero dei predecessori di Bergoglio, dall’altro, contiene spunti originali nei quali si possono rinvenire risposte concrete anche alle prospettive suggerite dagli esperti dei processi socio-economici e culturali della società di oggi nonché dagli organismi internazionali competenti. 

Card. José Tolentino de Mendonça

Siccome questo è un tempo di ascolto, non manca l’invito a prestare attenzione pure ad artisti e scrittori che apparentemente sembrano interessati solo all’effetto e al clamore che possono suscitare le loro opere, senza che sia possibile cogliere un’ispirazione così attenta all’umano. Il loro ruolo è aiutarci a leggere criticamente il momento presente. La loro opera nasce nel silenzio e noi sappiamo che l’arte che sopravvive nel tempo è proprio quella che si apre al mistero. “ Il cattolicesimo è abbraccio all’universalità nella diversità: per questo papa Francesco usa immagini come il poliedro e rimarca come l’armonia possa riuscire a mantenere le differenze. E perfino i conflitti”.

Tolentino non si sottrae al dibattito culturale che guarda con preoccupazione alla tecnologia in movimento, e in particolare a quell’intelligenza artificiale: “Anche qui è necessario un confronto educativo e culturale con la modernità. Non possiamo escludere la tecnologia, ma dobbiamo essere ben coscienti che il nostro compito è fare sì che essa diventi un alleato dell’umano e dei grandi valori dell’umanesimo, il grande antidoto contro le distopie: occorre il rafforzamento dell’educazione, del pensiero politico e della cultura”.