di Leonardo Salutati • Il 12 settembre 2017, a Firenze, presso la sede della Facoltà Teologica dell’Italia Centrale, organizzato dall’Ufficio di Pastorale Sociale e Lavoro, Giustizia e Pace, Salvaguardia del Creato della Diocesi, si è tenuta una riflessione pubblica in occasione della 12ª Giornata Nazionale per la Custodia del Creato. Tale Giornata voluta nel 2006 dalla Conferenza Episcopale Italiana in sintonia con le altre chiese europee al fine di riaffermare l’importanza anche per la fede dei temi ambientali, dal 2015 ha assunto dimensione mondiale con l’istituzione per volere di Papa Francesco della Giornata Mondiale di Preghiera per la cura del Creato.
La Giornata è una ricorrenza giovane e forse per questo non è ancora ben conosciuta. Essa vuole sensibilizzare su un tema di fondamentale importanza riguardante una sfida epocale per l’umanità che è stata pienamente colta da Papa Francesco. Infatti il Papa ha dedicato al tema dell’ecologia l’enciclicaLaudato sì del 24 maggio 2015, che invita a prendere seriamente coscienza dell’attuale degrado ambientale cui si congiunge inevitabilmente il degrado umano (LS 56).
Per introdurre al tema dell’incontro è stato scelto un versetto del Salmo 24 che recita «Del Signore è la terra e quanto contiene». Questa frase pone nella giusta prospettiva il rapporto tra l’uomo e l’ambiente, ovvero non l’uomo al centro, padrone e dominatore della terra, bensì l’uomo ospite e pellegrino sulla terra che appartiene a Dio, come riporta anche il Messaggio formulato dai Vescovi italiani in vista della Giornata di quest’anno che, nel sottotitolo, ci ricorda altresì di essere «Viaggiatori sulla terra di Dio» (cf. http://lavoro.chiesacattolica. ).
La riflessione è stata scandita da alcuni approfondimenti in cui si sono combinate “voci” diverse. Ha aperto l’incontro il saluto del Card. Giuseppe Betori, che ha ricordato come per noi cristiani la salvaguardia del creato discenda dal supremo comandamento dell’amore a Dio che ci ha donato la terra, e al prossimo con il quale condividiamo la casa comune. Il Cardinale ha trasmesso inoltre l’auspicio del Santo Padre e del Patriarca Bartolomeo affinché l’eco di questa Giornata possa giungere a quanti occupano una posizione di rilievo in ambito sociale, economico, politico e culturale, chiamati a prestare responsabilmente ascolto al grido della terra e ai bisogni di chi è marginalizzato.
A questo proposito durante l’incontro è stato sottolineato che La Laudato si’ ha acceso un dibattito a livello mondiale con sorprendenti reazioni della comunità scientifica che, attraverso gli editoriali di testate tra le più prestigiose quali “Nature” e “Science”, ha espresso totale approvazione del documento, valorizzando il desiderio del Papa di aprire un dialogo con la scienza, nonostante lo stesso Papa denunci severamente nell’enciclica la negazione di parte dell’establishment politico ed economico dell’influenza dell’uomo sul cambiamento climatico. Tale atteggiamento è considerato da Francesco espressione della volontà di opporsi alla verità scientifica per proteggere interessi particolari contro l’esigenza di una giustizia globale che, però, non considera i pericoli futuri derivanti dalle alterazioni ambientali e dal consumo irresponsabile delle ris orse. Tali minacce sono intraviste in flussi migratori di grosse dimensioni o addirittura guerre, peraltro già da tempo all’orizzonte. Per questo l’enciclica richiama ad intervenire sulle forti disuguaglianze diffuse a livello mondiale, causa prima delle tensioni e delle difficoltà in atto. Si tratta di agire da parte dei Governi nazionali in un coordinamento su scala internazionale, con riforme capaci di combattere al tempo stesso cambiamenti climatici e povertà.
Gli approfondimenti successivi, proposti da due giovani ricercatori dell’Università di Firenze, hanno offerto un’analisi dei comportamenti di un campione di imprese nei confronti dei temi socialmente rilevanti tra cui quelli ambientali e le “non” scelte degli Stati nella storia delle conferenze internazionali sul clima. Sono due prospettive, tra le tante con le quali è possibile analizzare la questione ambientale, una particolare e l’altra generale, distanti ma per tanti versi convergenti, che hanno offerto una visione puntale della realtà.
Al termine è emersa una concordanza dei vari interventi sulla necessità di regolare i flussi finanziari, promuovendo investimenti nei Paesi poveri e in via di sviluppo che per primi subiscono le conseguenze dei mutamenti climatici, nonché di realizzare un piano mondiale di gestione e di controllo dei vari fattori all’origine dei cambiamenti climatici per una effettiva e reale cura del creato.