Non sempre chi parla ha qualcosa da dire, e proverbi a grappolo

Socrate_1di Carlo Nardi Ogni cosa a suo tempo. “Avreste potuto anche dir l’avemmaria: questa è l’ora di stare attenti alla lezione”. Così la professoressa di francese a due mie compagne di ginnasio in fondo alla classe non solo un po’ chiacchierine, ma anche bell’e pronte a giustificare il loro cinguettare con un “ma si parlava di cose serie”.

I magi, per quei tempi competenti in materia, presero sul serio l’avvistamento di una stella o di che cosa fu, che comunque era lo spunto, l’elemento che avevano a disposizione, peraltro muto. Non avevano di più, non avevano di meno. Da parte loro, videro, valutarono, agirono. Osservarono, giudicarono, decisero. Con competenza, decisione e tenacia misero in conto un rischio ragionevole, anche quello del ridicolo di chi fa un viaggio a vuoto, e comunque il rischio di dover rivedere di sana pianta le loro competenze. Se però non avessero messo in atto le competenze che avevano, non avrebbero trovato Chi effettivamente trovarono.