«La Pira e la DC». Una riflessione di Giovanni Pallanti contro ogni strumentalizzazione.
Il testo di Pallanti oltre a consegnarci un spaccato della biografia di La Pira scevro da strumentalizzazioni e luoghi comuni, ha anche il merito di riportarci in un momento storico del nostro Paese e della nostra città animato da forti passioni politiche. Si raccontano di dibattiti (quello, ad esempio, tra Spadolini e La Pira durante la campagna elettorale referendaria sul divorzio del 1974) ed incontri, a volte anche non proprio pacifici.
Si fa riferimento a giovani (nella caso specifico quelli democristiani) animati da entusiasmo e passione per il dibattito politico. Sembra un mondo lontano a pensare alla difficoltà che hanno invece le nuove generazioni ad interessarsi della Cosa pubblica, a vedere la politica come un campo in cui valga la pensa impegnarsi. Forse una delle ragioni di questa disaffezione dei giovani dalla politica è anche la scarsità (per non dire la mancanza) di figure come quella del “Sindaco santo” che credono in ciò che dicono e vivono con coerenza gli altri principi che professano con le parole.
A quaranta anni dalla scomparsa di La Pira, avvenuta il 5 novembre del 1977, il libro di Giovanni Pallanti si presenta dunque come un contributo importante per guardare alla grande figura di Giorgio La Pira, senza deviazioni e strumentalizzazioni di comodo.