Enrico Chiavacci (1926-2013). Un ricordo a un anno dalla morte
di Gianni Cioli • Il 25 agosto 2013, nella canonica della parrocchia di San Silvestro a Ruffignano (Firenze) in cui ha vissuto ed esercitato il ministero di parroco per oltre cinquant’anni, moriva don Enrico Chiavacci.
Figlio del filosofo Gaetano Chiavacci, Enrico era nato a Siena il 16 luglio 1926. Era stato ordinato prete della diocesi fiorentina nel 1950 e, fin dai primi anni del suo ministero, aveva unito l’impegno pastorale in parrocchia all’attività di docente. Aveva insegnato filosofia moderna e contemporanea presso il liceo del Seminario fiorentino negli anni 1960-1966, filosofia morale presso lo Studio teologico fiorentino dal 1961 al 1965 e, dal 1966, teologia morale presso il medesimo istituto divenuto Facoltà teologica dell’Italia centrale dal 1997. Anche dopo il compimento dei settant’anni nel 1996, con l’interruzione della docenza istituzionale allo Studio teologico, continuò fino al 2010 il suo apprezzato insegnamento con corsi monografici presso la Facoltà e l’Istituto superiore di scienze religiose Beato Ippolito Galantini. Negli anni ottanta aveva inoltre insegnato all’Istituto teologico Saveriano di Parma.
Fu anche Visiting Professor presso numerose istituzioni, tra cui la Facoltà teologica dell’Italia meridionale, l’Università degli studi di Firenze, l’Università cattolica di Milano, l’Università di Leida, l’Università di Vienna, l’Accademia teologica del Patriarcato di Mosca e varie università degli Stati uniti di America.
Fu presidente dell’Associazione teologica italiana per lo studio della morale dal 1979 al 1984; membro della presidenza della Societas Ethica – European Society for Research in Ethics dal 1981 al 1985; membro di Pax Christi International; membro del comitato direttivo di Rivista di teologia morale e del comitato scientifico di Rivista di sessuologia.
Dal 1962 era parroco di San Silvestro a Ruffignano, servizio che ha svolto con passione nel pieno spirito del concilio Vaticano II.
Chiavacci fu autore di numerosi articoli scientifici in riviste di risonanza internazionale e di libri significativi. Fra questi ultimi si possono segnalare: Etica sociale (Roma 1966); La Gadium et spes (Roma 1969); Proposte morali fra l’antico e il nuovo (Assisi 1973); Morale della vita fisica (Bologna 1979); Teologia morale 1. Morale generale (Assisi 1977); Teologia morale 2. Complementi di morale generale (Assisi 1980); Teologia morale 3/1. Teologia morale e vita economica (Assisi 1986); Teologia morale 3/2. Morale della vita economica, politica e di comunicazione (Assisi 1990); Invito alla teologia morale (Brescia 1995); Teologia morale fondamentale (Assisi 2007).
L’originalità del pensiero teologico morale di Chiavacci può essere soprattutto riconosciuta nel costante impegno a collocare la riflessione etica sul sociale non esclusivamente né primariamente nell’ambito della morale speciale, come problematica relativa a un settore della vita umana, ma nell’ambito della morale generale o fondamentale, come categoria essenziale per comprendere l’uomo e la sua responsabilità.
In questa breve nota che redigo a un anno dalla della scomparsa di don Enrico vorrei ancora esprimere una riconoscenza profonda a un maestro e testimone della teologia del novecento nella sua più incisiva fase postconciliare. Egli è stato certamente maestro per l’originalità del pensiero, il rigore metodologico e la non comune capacità didattica; è stato testimone per la studiosità alacre coniugata alla carità pastorale, per la passione intellettuale e cristiana, la parresia, la coerenza di vita. È da ricordare in particolare il suo solerte impegno per la pace, pagato di persona con la scelta dell’obiezione fiscale contro le spese per gli armamenti. La pace, nell’accezione biblica, era per lui il tema fondante l’etica economica, politica e di comunicazione, l’orizzonte della famiglia umana in cammino verso il Regno. Una proposta di cui si comprende ora più che mai la serietà e l’urgenza.
Riprendendo le parole pronunciate dall’economista Piero Tani, ancora vivente Chiavacci, in occasione di un incontro di studio dedicato al suo pensiero, il 6 maggio 2013, potremmo giungere a qualificare don Enrico, oltre che come maestro e testimone, anche come profeta. Molti ammonimenti di Chiavacci, in effetti, sottolineava Tani, hanno anticipato «la crisi attuale, identificandone una delle principali cause nella finanza e in particolare nell’eccessiva concentrazione del capitale finanziario. Erano anticipazioni che hanno ricevuto, purtroppo, conferme chiarissime in questi ultimi anni. Possiamo davvero parlare di posizioni profetiche nell’accezione più popolare di questo termine, in rapporto alla capacità di prevedere eventi futuri; ma possiamo parlare di profezia soprattutto nell’accezione più propria, come giudizio severo sui comportamenti umani a livello sociale, con la prospettazione di conseguenze gravi se non si sceglie la via del cambiamento».