“Medesimezza” e “generazione” di un carisma
Queste parole di Papa Francesco (pronunciate a Schönstatt, il 3 settembre 2015) introducono e in qualche modo fungono da ritmo della riflessione di Jesús Morán, contenuta nel testo Fedeltà creativa. La sfida dell’attualizzazione di un carisma (Città Nuova 2016). L’autore, copresidente del Movimento dei Focolari, compie una vera e propria indagine su come intendere e vivere una “fedeltà creativa” a un carisma, attraverso due termini chiave: “medesimezza” e “generazione”. Entrambi vengono introdotti e sviluppati dall’Autore alla luce di tre focus presenti nel testo: attualizzazione, identità e storia.
Questo rapporto dinamico tra attualizzazione e identità, espresso attraverso il fenomeno della “medesimezza”, dischiude il carisma nella storia (ultimo focus). «La storia – scrive Morán – è il mezzo stesso che veicola la Rivelazione» (p. 46). Ogni carisma, espressione viva della Rivelazione, ha un carattere di storicità per un duplice aspetto: sia perché colui o colei che l’ha ricevuto è vissuto in una determinata epoca (e dunque il carisma è “accaduto” in un preciso luogo e tempo), sia perché coloro che vivono partecipando per dono a quel carisma continuano a “storicizzarlo” dopo la morte del fondatore e della fondatrice, facendo riaccadere costantemente nella storia quel medesimo evento originario. Qui la “medesimezza” e la “generazione” si incontrano.
Alla luce di questa riflessione, la sfida odierna, sia per un carisma antico (basti pensare agli ordini monastici o mendicanti), sia per uno nuovo (come quelli dei movimenti ecclesiali e delle nuove Congregazioni religiose) consiste nel continuare, con l’aiuto dello Spirito Santo, a fare storia attualizzando costantemente la propria identità (cf. p. 51), vivendo quella “Pentecoste ancora in cammino” menzionata da Benedetto XVI (Verbum Domini, n. 4).
Perché ci sia realmente una fedeltà creativa a un carisma è necessario vivere tanto la “medesimezza” quanto la “generazione”, il che richiede di avere uno sguardo attento e interpretativo simultaneamente, sia del suo nucleo fondante, sia dell’interlocutore al quale ci si rivolge. Tornano le parole profetiche del grande filosofo e teologo Klaus Hemmerle: «Insegnami la tua vita, il tuo pensare e parlare, affinché io sia in grado di imparare il nuovo messaggio che ho da annunciarti» (cit. p. 79).