1917 : il colpo di Stato bolscevico

193 261 Giovanni Pallanti
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Russian_Imperial_Family_1913di Giovanni Pallanti • Cento anni fa l’Impero russo crollò su se stesso. Quello che successe nel 1917, nello sterminato territorio della Russia, sono in pochi a saperlo. Soprattutto, un secolo dopo, la scarsità di studi storici ampiamente documentati e l’ideologia comunista, madre di ogni manipolazione storica, ha impedito a larghi strati della popolazione europea e mondiale di sapere esattamente cosa è successo nel Biennio 1917 – 1918 a Mosca, a Pietrogrado e nelle sterminate campagne euroasiatiche dell’Impero dei Romanov.

Per evitare confusioni interpretative in una vicenda molto complessa come quella svoltasi in quei due anni procediamo per punti:

  1. Nel Gennaio del 1917 l’Imperatore Nicola II° Romanov fu costretto alla abdicazione per due motivi principali, l’entrata in guerra della Russia al fianco di Inghilterra, Francia e Italia (1914-1915) e per il ruolo svolto da un monaco laico diventato per le sue capacità taumaturgiche il “padrone” della Corte dei Romanov. Il suo nome era Rasputin. Quest’ultimo era diventato talmente potente come consigliere della zarina e di riflesso dello Zar, che suscitò intorno a sé l’odio viscerale dell’aristocrazia russa.

Dopo i primi successi l’armata zarista subì gravi sconfitte dall’esercito tedesco dell’Imperatore Guglielmo II°. I contadini russi erano gran parte dei 5 milioni dei militari che combattevano sotto le bandiere dei Romanov. Il malcontento popolare e contadino contro la guerra cresceva e l’aristocrazia russa incolpava Rasputin di consigliare male lo Zar anche perché il monaco taumaturgo era contrario alla guerra. Lo Zar Nicola II° abdicò nel Gennaio del 1917 e il suo fratello il Granduca Michele, suo successore designato, rinunciò al trono. Poco prima Rasputin era stato ucciso da una congiura di aristocratici.

  1. Nacque così una Repubblica veramente democratica che ripristinò la libertà di parola, di stampa, di associazione di tutte le libertà politiche. Il primo e il secondo governo provvisorio di questa nascente realtà fu presieduto dal Principe L’Vov. Rinacquero i sindacati operai, le grandi proprietà fondiarie dei nobili russi furono distribuite ai contadini e al governo parteciparono Ministri liberalsocialisti, del Partito dei Cadetti e dei socialrivoluzionari.

  2. Il governo provvisorio democratico incontrate delle difficoltà politiche nel ribollente magma di quei mesi, nella primavera del 1917, vide assumere la presidenza da un socialista rivoluzionario, l’avvocato Aleksandr Fedorovic Kerenskij, grande oratore e uomo politico pragmatico con notevoli capacità di leadership militare contro l’esercito tedesco. Quando il governo Kerenskij si trovò in difficoltà per la propaganda bolscevica contro la guerra all’impero tedesco, i bolscevichi (comunisti) si schierarono contro Kerenskij.

  3. I bolscevichi erano poche centinaia di persone cento anni fa. Su milioni e milioni di abitanti della Russia superavano appena le quattromila unità.

  4. L’Imperatore Guglielmo II° tramite i servizi segreti tedeschi contattò in Svizzera il più feroce avversario di Kerenskij per farlo rientrare in Russia e far terminare la guerra contro la Germania. Il suo nome era Lenin. Con un vagone ferroviario coperto dall’immunità garantita dall’Imperatore di Germania, Lenin dalla Svizzera approdò, senza incontrare intoppi, alla stazione Finlandia di San Pietroburgo e da lì iniziò la conquista del potere. Durante il 1917 l’opposizione dei democratici russi ai comunisti di Lenin fu durissima. I dirigenti bolscevichi e lo stesso Lenin furono arrestati per ordine del governo provvisorio e successivamente Lenin dovette rifugiarsi in Finlandia.

  1. L’esercito russo si andava, nel trattempo, disfacendo e la rabbia dei contadini contro la guerra aumentava, pur essendo questi anti bolscevichi. Lenin riuscì a gestire il grande malcontento contro la guerra e a ordire una manovra per la conquista del potere che ebbe, paradossalmente, l’appoggio di un Generale sostanzialmente zarista Kornilov, che tentò un colpo di stato militare contro Kerenskij.

La reazione popolare fu di schierarsi sempre più dalla parte di Lenin che, con dei battaglioni dell’armata zarista che erano passati con i bolscevichi, costrinse Kerenskij alla resa. Quindi il colpo di stato di Lenin fu contro una Repubblica democratica e non contro lo Zar, come una vulgata comunista ha raccontato per 80 anni in Europa. Lenin al potere pagò il suo debito con l’Imperatore Guglielmo firmando una resa incondizionata alla Germania. Dal 1917 la Russia è stata un campo di concentramento dove si annullavano tutte le libertà e un luogo di terrore per chi si opponeva al Comunismo caduto nel 1989 per consunzione storica e per la resistenza ad esso da parte di milioni di donne e uomini democratici.

Lo Zar Nicola II e la sua famiglia furono trucidati dai bolscevichi il 18 luglio 1918. Ottanta anni dopo, nel 1998, furono solennemente inumati nella Cattedrale di San Pietroburgo. Nel 2000 la Chiesa Ortodossa Russa ha canonizzato come santi martiri Nicola II e la sua famiglia.

Queste ed altre vicende sono ben raccontate in un libro di recente pubblicazione “La Russia verso l’abisso” di Ettore Cinnella, 472 pagine, Dellaporta Editore, € 19,50.

Un altro libro importante su questi argomenti è di Fabio Bettanin “Il lungo terrore. Politica e repressioni in Urss 1917-1953”, 302 pagine, Editori Riuniti 1999, € 15,50.

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Giovanni Pallanti

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