Sulle tracce dell’altro
L’altro (Edizioni Messaggero Padova, 2015), la sua evidenza. Come si palesa nella frase su citata, la questione dell’alterità vede nel principio stesso dell’essere umano la sua origine (da un punto di vista temporale) e la sua condizione di possibilità (da un punto di vista logico). Essa, in altre parole, è ciò che contraddistingue l’uomo, la sua creaturalità, vale a dire il suo essere in relazione a un Creatore che, da un principio precedente alla creazione, ha a che fare con l’alterità. “In principio era l’altro”: così l’autrice rilegge l’inizio del Prologo del vangelo giovanneo.
noi in cui l’io e il tu si danno reciprocamente.
altro è il tu grazie al quale l’io può arrivare ad una comprensione di se stesso: l’io e il tu si incontrano all’interno di una inter-relazione (nel fra loro). La filosofia personalista, invece, viene introdotta dal fondamento dell’esperienza cristiana, secondo cui Dio è Uno proprio nella trinità delle Persone, e il Figlio ha rivelato nella sua esistenza terrena, soprattutto nell’evento della croce, un’attenzione particolare verso ogni altro, inteso come suo prossimo. E qui viene ripreso il pensiero di E. Mounier, secondo cui c’è un noi che funge da spazio all’interno del quale l’io e il tu si relazionano tra loro all’interno di un comune esperienza, e di L. Pareyson, che lega l’altro al valore della libertà: attraverso un’eterorelazione (la relazione con l’altro) l’io riesce a recuperare “una qualità ontologica, che suscita atti di libertà”, proprio in quanto la relazione non è un atto inevitabile, ma di libertà.
altro è totalmente differente dall’io e incompatibile (per cui va eliminato a garanzia della propria sopravvivenza); il terzo, dove l’io guarda all’altro come a un’identità differente da sé, che chiede di essere riconosciuta e accolta proprio in quanto “altra”.
Si tratta di un testo breve e molto denso, che offre al lettore, anche non specialista dell’argomento, la possibilità di incamminarsi lungo il sentiero della prossimità, a partire da una puntuale contestualizzazione filosofica della relazione tra identità e alterità. Un cammino, quello della prossimità, che va intrapreso non per uno scopo da raggiungere, ma per il gusto di percorrere una strada che è di per se stessa luogo di una piena e realizzata umanizzazione.