La piramide capovolta

Tale “piramide capovolta”, oltretutto, spiega la specificità della Chiesa, vale a dire la sinodalità. Si comprende così il contesto all’interno del quale quest’immagine è stata formulata: il discorso del Santo Padre pronunciato nella commemorazione del 50° anniversario dell’istituzione del Sinodo dei vescovi (lo scorso 17 ottobre).

Nella “piramide capovolta”, alla luce della dimensione costitutivamente sinodale della Chiesa, anche «l’esercizio del primato petrino potrà ricevere maggiore luce»: il Papa, in quanto Vescovo di Roma (e non viceversa), è colui che «presiede nell’amore tutte le Chiese».

La sinodalità, conclude Francesco, ha qualcosa da offrire non solo a un funzionamento della Chiesa conforme alla sua natura, ma anche all’intera famiglia umana: dove il vero potere consiste nel mettersi a servizio dell’altro, per edificarlo nella giustizia e nella pace.

Si può comprendere, dunque, come la sinodalità non sia per l’ecclesiologia un oggetto materiale tra gli altri, che magari ricopre un particolare valore e un’attualità in un determinato contesto storico, ma sia l’oggetto formale dell’ecclesiologia, l’occhio prospettico alla luce del quale rileggere e ricomprendere il “già dato” ecclesiale.