Quando la sofferenza porta a una nuova vita

 


croce_952355di Antonio Lovascio • La vita è un avventura meravigliosa; non rinunciamo al nostro destino di libertà e felicità! L’esortazione all’uomo che soffre trasmessa dal Vangelo apocrifo di Tommaso, è stata attualizzata con forza da due Papi che hanno lasciato il segno nel nostro tempo: San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Entrambi hanno indicato quale sia l’ancora della salvezza. Il primo ci ha più volte ricordato che p
roprio il cammino ed il dolore della Croce di Cristo, attraverso il quale si è compiuta la redenzione dell’uomo, è anche simbolo di Speranza. Chi soffre, accogliendo e vivendo questa Speranza, potrà scoprire il senso ultimo della sua condizione. Ratzinger, con la lucidità del grande teologo, ha descritto questa esigenza addirittura in un’enciclica, la “Spe Salvi “ (nn. 31, 36),. <…E’ evidente che l’uomo ha bisogno di una speranza che vada oltre la sua vita e la sua realtà umana. E’ altrettanto evidente che può bastargli solo qualcosa di infinito, qualcosa che sarà sempre più di ciò che egli possa mai raggiungere da solo. (…) Questa grande speranza può essere soltanto Dio, che abbraccia l’universo e che può proporci e donarci ciò che, con le nostre sole forze umane, non possiamo raggiungere…>.

 della salvezza portata dalla passione e dalla morte di Cristo.

La Croce ha già trovato il suo posto fisico a Milano, nella sede della Fondazione in via Calatafimi 10. Ma tuttavia è destinata a restare in perenne movimento in Italia e all’estero, simbolo di preghiera e di meditazione per tutti quanti sono stati e sono tuttora toccati dal dramma di Lampedusa, traccia permanente di una memoria che non deve né può svanire. Anche se l’approdo ininterrotto e disperato, nell’isola siciliana, di migliaia di migranti in fuga dalle guerre accende ogni giorno un barlume di speranza nella possibilità di una vita nuova. Migliore.