L’universo in un raggio di luce. Da san Benedetto a Dante
di Carlo Nardi • Il papa Gregorio Magno (+ 604) racconta che, poco prima di morire, san Benedetto (+ 580) ebbe la visione dell’intero universo in un raggio di luce: «Benedetto era in piedi alla finestra e pregava Iddio che tutto può. D’un tratto, nel cuor della notte, vide una luce riversarsi dall’alto: aveva messo in fuga tutte le tenebre della notte e splendeva sempre più al punto che, irraggiando tra le tenebre, superava quella del giorno. Nel suo intento contemplare sopraggiunse un qualcosa di veramente meraviglioso: come poi raccontò, tutto il mondo, come fosse raccolto in una raggio di sole, fu condotto davanti ai suoi occhi» (Dialoghi II,25,1-2).
Un monaco – narra ancora Gregorio –un monaco di nome Pietro chiede delucidazioni e pone al papa una precisa obiezione: «Cosa veramente meravigliosa e davvero stupenda! Ma di quel che si è detto – che davanti ai suoi occhi era stato condotto tutto il mondo come raccolto in un unico raggio di sole – non ne ho mai avuto sentore né so che mi dire. Ma con quale logica può succedere che un unico essere umano possa vedere il mondo in tutti i suoi aspetti» (Dial. II,25,5).
E il papa conclude: «Ora, che il mondo, secondo quel che si dice, sia stato compendiato davanti ai suoi occhi [di Benedetto], non è avvenuto perché cielo e terra si sarebbero contratti, ma perché si è dilatato l’animo del veggente che, rapito in Dio, poté senza difficoltà vedere tutto ciò che è inferiore a Dio. Perciò, in quella luce che rifulse agli occhi del corpo esterno era presente nell’intimo della mente un’altra luce, quella che aveva rapito l’animo del veggente per trasferirlo nelle cose di lassù e che gli aveva mostrato la piccolezza delle cose di quaggiù» (Dial. II,35,7).
Bearsi di questa luce che si espande si tutte le creature è possibile. È la luce della creazione, per cui «s’aperse in novi amor l’etterno amore» (Par. 33,18), ed è la luce della pasqua: si pensi alla liturgia della veglia pasquale. È luce fisica di corpi creati, luce interiore dello Spirito Santo, luce nel tempo e nell’eternità. È luce dai tanti raggi nelle nostre relazioni.