“La Trinità e il mistero dell’esistenza” di J. Daniélou
La Trinità e il mistero dell’esistenza (Queriniana 2015, 104 pp.), a firma di uno dei massimi esponenti della Nouvelle théologie: Jean Daniélou.
dalla Trinità; si attua, esistintivamente, nella Trinità; e tende a una comunione ancora più intima con la Trinità, alla Trinità. Ma come poter affermare ciò?
come la Trinità biblicamente si manifesta: in relazione alla creazione, sin dal libro della Genesi, e a seguire, lungo il percorso dell’economia salvifica, alla redenzione; chiara risulta così l’importanza del significato che essa rivela di avere sul piano ontologico.
Di grande tenore speculativo risultano le pagine in cui vengono evidenziati e sistematizzati i dati concernenti la tematica della vita della Trinità, in sé e in altro-da-sé, tracciandone suggestivamente le linee teologiche fondamentali.
origine, come fine e come vita, nell’hic et nunc.
anima dell’uomo: “la nostra interiorità sgorga perpetuamente dalla Trinità, al punto che è in Dio che ci immergiamo tutte le volte che rientriamo in noi stessi [tanto che] esistere significa per noi essenzialmente restare in relazione con quella fonte originaria”. Ecco qui svelato quel mistero che dice la struttura eccentrica e relazionale dell’uomo per cui egli non può ritrovarsi se non nell’Altro-da-sé, in sé.
relazionale vagamente inteso: è un essere trinitario, porta in sé l’immagine della Trinità. L’Autore contempla tale mistero (dalle implicazioni tutt’altro che trascurabili) a partire dalla messa in luce della Trinità come fondamento dell’essere stesso – e in ciò sta il cuore di tutta la sua riflessione – al punto di parlare di una vera e propria “ontologia trinitaria”, visione dell’essere a partire dal mistero trinitario, il cui assunto cardine rappresenta una rivoluzione a livello filosofico: il fondo dell’essere, l’Uno, archetipo e struttura di ogni realtà creata, è una comunità di persone, un Noi dei Tre in reciproca relazione. Tale segreto, di cui i cristiani sono in possesso, spesso inconsapevolmente, è uno shock per il pensiero: “l’uno è un noi”. Ma ciò costituisce una rivoluzione anche per l’esistenza – e arriviamo a un altro importantissimo rilievo dell’Autore.
dice!: la Parola) tutto se stesso nel Figlio; del Figlio che restituisce tutto sé al Padre; dell’Amore, anch’esso ipostasi – lo Spirito Santo – che eternamente i primi Due si scambiano, loro sigillo. Ma la Trinità, così pienamente sufficiente a se stessa, per eccesso d’amore si irradia attorno a sé creando e attirando a partecipare il creato della sua stessa dinamica: essa risulta perciò il mistero del vivere-da, del vivere-in, del vivere-per.
io sono perché noi siamo“. Ecco la dinamica che dà struttura all’essere e all’esistenza e in cui più profondamente e coscientemente il cristiano è immesso: il figlio, nel Figlio, si ritrova anch’egli totalmente rivolto verso il Padre e partecipa così, per mezzo dello Spirito, all’eterno scambio d’amore tra i Due, fino a consumarsi nell’eterna kenosi divina, attributo principe della trinitaria identità.