di Andrea Drigani • Domenica 12 aprile Papa Francesco ha proclamato San Gregorio di Narek, dottore della Chiesa universale. San Gregorio di Narek nacque ad Andzevatsik (Armenia) intorno all’anno 950. Entrato in giovane età nel Monastero di Narek (Armenia), dove esisteva una celebre scuola di Sacra Scrittura e di Patristica, vi trascorse tutta la sua esistenza, ricevendo l’ordine sacerdotale, riuscendo a raggiungere le vette della santità e dell’esperienza mistica, dando dimostrazione della sua sapienza in vari scritti teologici. Già in vita fu circondato da fama di santità e gli si attribuirono alcuni miracoli. Nel 1003 scrisse la sua opera più famosa: il «Libro della Lamentazione». Libro unico nel suo genere, composto in forma di invocazioni, soliloqui, colloqui con Dio, che evocano e raccontano il dramma spirituale dell’esserci in questo mondo, ma protesi verso qualcosa che non è di questo mondo. Il «Libro della Lamentazione» è suddiviso in 95 capitoli, di dimensioni molto varie. «Dal profondo del cuore colloquio con Dio»: queste sono le parole poste all’inizio del primo capitolo, quasi un’antifona che si ripeterà, ampliata pressoché in tutti i capitoli successivi. Morì nel 1005 nel Monastero di Narek, dove venne sepolto. Venerato come santo, la sua tomba divenne subito meta di pellegrinaggio da parte dei fedeli e la sua memoria rimase in grande onore e venerazione presso tutto il popolo armeno. Durante i massacri, perpetrati dai Turchi, negli anni 1915-1916, furono distrutti sia il Monastero che la sua tomba. San Gregorio di Narek è il 36° santo a cui è stato attribuito il titolo di Dottore della Chiesa universale. Gli altri trentacinque santi sono: Gregorio Magno, Agostino, Ambrogio, Girolamo, Tommaso d’Aquino, Atanasio, Basilio Magno, Gregorio Nazianzeno, Giovanni Crisostomo, Bonaventura, Anselmo d’Aosta, Isidoro di Siviglia, Pietro Crisologo, Leone Magno, Pier Damiani, Bernardo di Chiaravalle, Ilario di Poitiers, Alfonso Maria de’ Liguori, Francesco di Sales, Cirillo di Alessandria, Cirillo di Gerusalemme, Giovanni Damasceno, Beda il Venerabile, Efrem il Siro, Pietro Canisio, Giovanni della Croce, Roberto Bellarmino, Alberto Magno, Antonio di Padova, Lorenzo da Brindisi, Teresa d’Avila, Caterina da Siena, Teresa di Lisieux, Giovanni d’Avila, Ildegarda di Bingen. Fu Benedetto XIV, Papa Lambertini, a fissare i tre requisiti necessari per la concessione del titolo di Dottore della Chiesa: una dottrina eminente, un’insigne santità di vita e la dichiarazione del Romano Pontefice o di un concilio ecumenico. Con questi tre requisiti Benedetto XIV aveva riassunto le condizioni in base alle quali la Chiesa, nel corso dei secoli, aveva riconosciuto o dichiarato alcuni santi dottori della Chiesa. E se l’insigne santità della vita costituisce un requisito previo e la dichiarazione da parte del Papa o di un concilio rimane l’atto formale del conferimento del dottorato, la dottrina eminente è la qualità specifica e dominante per il riconoscimento del titolo. Negli ordinamenti civili il dottorato di ricerca è una qualifica accademica conseguita da chi, nell’ambito dei ruoli previsti dalla legislazione universitaria, abbia proseguito i propri studi con risultati finali di valore scientifico. Non è soltanto un titolo che rende onore a colui che lo consegue, ma viene proclamato che quanto scritto nella tesi dottorale è un vero contributo al progresso delle scienze, e che deve esser tenuto in debito conto presso tutti gli studiosi, per i quali, in ultima analisi, il dottorato è a loro vantaggio. Considerazioni simili si possono fare su quello specialissimo dottorato che è, appunto, il Dottorato della Chiesa. L’attribuzione di questo titolo, oltre che riguardare la dignità personale e la fama del santo o della santa, interessa anche a tutti i credenti, per lo studio della teologia e delle alte scienze ecclesiastiche, nonché per la promozione di una cultura cristianamente ispirata. Non è infatti possibile, che, all’inizio del terzo millennio, si ricominci daccapo a svolgere un’attività intellettuale da cristiani, prescindendo da quanto è già stato riflettuto e pensato nei secoli precedenti, che trova nelle opere dei Dottori della Chiesa la migliore espressione. Per ricercare ed approfondire argomenti e questioni di carattere teologico: biblico, dogmatico, spirituale, morale, canonico, liturgico, pastorale, come pure di natura filosofica, pedagogica, politica ed economica, è, dunque, estremamente conveniente iniziare consultando quella formidabile biblioteca costituita dagli scritti dei Dottori della Chiesa.