Martino perplesso
di Carlo Nardi • San Martino (+ 397), quello dell’11 novembre con ancora d’un pocolino di bella stagione, e carducciano fin dai banchi delle elementari. Sì, è il giovane del mantello al povero, poi monaco, infine vescovo di Tours. Sulpicio Severo, suo filiale discepolo, nella sua Vita di Martino, racconta quanto ha udito lui stesso dal maestro a proposito di una visione narrata dalle labbra dello stesso veggente.
Martino però in tutto quell’abbagliante splendore, paradossalmente, non ci vede chiaro. Lì per lì sospende il giudizio, ma, nel silenzio che segue alle insistenti proposte del sussiegoso personaggio, continua a pensare: salutari perplessità che evitano convincimenti affrettati, dubbi sacrosanti su apparenze fantasmagoriche per cercare invece, nuda e semplice, la volontà di Dio.
E Dio a suo modo si fa sentire. Una illuminazione dello Spirito Santo fa vedere a Martino un altro aspetto della realtà. Ma a questo punto ascoltiamo le sue parole.
Gesù signore non adesca, non ammalia, non imbambola. Salva. E per la sua salvezza basta la croce e la risurrezione.