Guerra alla povertà, non ai poveri.

Quanti sono i poveri del pianeta ? Cominciamo col dire che gli esperti parlano di povertà estrema quando una persona o tutti gli abitanti di un’intera ragione sono costretti a vivere con meno di 1,90 dollari al giorno per procurarsi cibo, acqua, medicine e tutto ciò di cui ci sarebbe bisogno per avere una vita dignitosa. Quasi il tredici per cento della popolazione mondiale (qualcosa come 902 milioni di abitanti) non può disporre di questi due dollari, soprattutto nell’Africa Subsahariana, in Asia meridionale e sulla costa orientale bagnata dal Pacifico, in America Latina e nei Caraibi. La percentuale può sembrare “bassa”, ma non deve trarre in inganno o addirittura indurre a sottostimare la gravità dell’emergenza. Non può farlo l’Europa e tantomeno l’Italia. Su di noi la dice lunga il Rapporto annuale dell’Istat, che sintetizza in oltre 7 milioni le persone in difficoltà. Le famiglie in condizione di povertà assoluta sono pari a 1 milione e 582 mila, per un totale di 4 milioni e 598 mila persone, numero mai raggiunto dal 2005 a oggi. Colpiti in particolar modo i nuclei più numerosi ( 4 o 5 componenti) di estrazione operaia.

Cifre impressionanti. Queste miserie ci interpellano ogni giorno con i volti segnati dal dolore, dall’emarginazione, dal sopruso, dalla violenza, dalle torture e dalla prigionia, dalla guerra, dalla privazione della libertà e della dignità, dall’ignoranza e dall’analfabetismo, dall’emergenza sanitaria, dalla mancanza di lavoro o dalla precarietà, dalle tratte e dalle schiavitù, dall’esilio e dalla migrazione forzata. La povertà ha l’immagine di donne, uomini e bambini sfruttati per vili interessi, calpestati dalle logiche perverse del potere e del denaro. Quale elenco impietoso e mai completo si è costretti a comporre dinanzi ai riflessi dell’ingiustizia sociale, delle vergogne morali, dell’avidità di pochi e dell’indifferenza generalizzata! Alle quali fa da contraltare la ricchezza sfacciata che si accumula nelle mani di pochi privilegiati, e che spesso si accompagna all’illegalità e allo sfruttamento offensivo della rispettabilità umana.