“Iuvenescit Ecclesia”: doni gerarchici e doni carismatici per una Chiesa sempre giovane

Il Popolo di Dio per svolgere la sua missione è arricchito da particolari doni carismatici dovuti alla multiforme azione dello Spirito Santo suscitando numerose aggregazioni ecclesiali che sono presentate come una risorsa per il rinnovamento della Chiesa.

Le numerose realtà aggregative corrispondono alla diversità di carismi offerti ai fedeli di diversi stati di vita e manifestano la pluriforme ricchezza della comunione ecclesiale.

Lo scopo del documento, alla luce della relazione tra doni gerarchici e carismatici, è di offrire la comprensione degli elementi teologici ed ecclesiologici per favorire una feconda e ordinata partecipazione alla comunione e alla missione della Chiesa.

La relazione tra doni gerarchici e carismatici è finalizzata alla partecipazione dei fedeli alla comunione e alla missione della Chiesa disponendoli a rispondere meglio al dono della salvezza affinché la grazia sacramentale porti frutto nella vita cristiana. I carismi, anche se donati ai singoli, sono destinati alla vita ecclesiale, possono essere condivisi e perpetuati nel tempo dando vita a famiglie spirituali e ad aggregazioni ecclesiali. Un carisma originario può aggregare fedeli e aiutarli a vivere pienamente la propria vocazione cristiana (cf. IE, n. 16).

I doni carismatici che danno identità alle aggregazioni ecclesiali consentono, rispetto ai diversi stati di vita del cristiano, di portare frutto nei compiti che scaturiscono dai sacramenti ricevuti, in modo specifico il Matrimonio, permettendo di vivere nel quotidiano il sacerdozio comune dei fedeli. Gli stessi chierici nella partecipazione a una realtà carismatica possono rinverdire il richiamo al proprio battesimo e alla loro specifica missione e vocazione. La vita consacrata attraverso la professione dei consigli evangelici è il dono carismatico più emblematico che si colloca nella stessa dimensione carismatica della Chiesa a sostegno del dono carismatico del sacerdozio battesimale di quei laici che si consacrano e del sacerdozio ministeriale di quei presbiteri che abbracciano la vita consacrata (cf. IE, n. 22).