Confessione e scelta del confessore. Annotazioni intorno a un aspetto non marginale del Giubileo
Ma, come si profilava nella domanda, possono esserci anche altre ragioni, non legate assolutamente all’imbarazzo, per cui un cristiano può decidere di confessarsi da un prete che non lo conosce, come ad esempio l’opportunità di accostarsi al sacramento della penitenza in un santuario, durante un pellegrinaggio, o di approfittare di una celebrazione penitenziale con la presenza di vari confessori, nei tempi forti o durante una missione. Non si può escludere che qualcuno senta magari il bisogno di rivolgersi occasionalmente per la confessione, in un momento particolarmente delicato della sua vita, ad una giuda spirituale notoriamente esperta per essere aiutato nel suo percorso di conversione.
Questo ovviamente non toglie che normalmente sia una cosa molto opportuna confessarsi con regolarità dal medesimo prete proprio per essere aiutati al meglio, da chi ci conosce e ci capisce, nel cammino spirituale della vita cristiana. Sebbene non si debba necessariamente identificare confessore e guida spirituale a volte può essere comodo trovarli riuniti nella stessa persona.
Naturalmente ognuno può scegliere il confessore abituale che preferisce e che lo mette di più a proprio agio, tenendo conto delle concrete possibilità nell’ambito di un determinato territorio.
Come si è detto, non vi è dunque contraddizione fra la decisione di confessarsi normalmente dal medesimo prete, scelto come guida spirituale, e la libertà di cambiare occasionalmente confessore in circostanze particolari e favorevoli ad una esperienza di misericordia più forte, come nel caso di un pellegrinaggio, di una missione o, come proprio nel momento presente, di un Giubileo.