La solennità dei SS. Pietro e Paolo, ci riporta alla memoria l’istituzionalizzazione della missione degli apostoli nell’azione fondazionale di Cristo
di Francesco Romano • La solennità che la Chiesa ha celebrato il 29 giugno ci presenta due figure unite da una stessa missione affidata dal Signore agli apostoli, ma attuata con differenti ministeri. Gesù dopo aver fondato la Chiesa scelse tra i suoi discepoli i dodici apostoli conferendo loro il sacerdozio ministeriale e la missione di pascere il popolo di Dio istituzionalizzata mediante la creazione di vari ministeri
Il collegio apostolico è il gruppo istituzionalizzato dal Signore chiamato a svolge unitariamente la missione ed è il soggetto di attribuzione della stessa, in cui non esiste una titolarità personale, ma solo nel suo insieme ne è il soggetto di attribuzione, da svolgere unitariamente. Si pensi al completamento del collegio apostolico con la sostituzione di Giuda di cui quella di Mattia non fu per successione, bensì per sostituzione mettendo in evidenza la dimensione istituzionale transpersonale del collegio di cui ciascun membro singolarmente preso non è una figura istituzionalizzata.
Il collegio apostolico, in quanto costituito da apostoli, sorse come unità istituzionale già destinato ad estinguersi con la loro scomparsa. Non esistono dodici linee di successione. Al collegio apostolico, in forza della sua istituzionalizzazione, è potuto succedere il collegio episcopale come insieme di persone che vi entrano a far parte senza linea di successione personale rispetto a ciascun apostolo, perché ciascun vescovo singolarmente preso non è il soggetto di attribuzione della missione che resta di pertinenza del collegio. A un collegio ne succede un altro.