L’obiezione di coscienza e le libertà fondamentali dell’uomo

cedudi Leonardo Salutati La multiculturalità e il pluralismo ideologico che caratterizza la società contemporanea hanno contribuito a incrementare i casi di rottura tra l’interesse tutelato dalla norma giuridica e il background culturale e religioso radicato all’interno del tessuto sociale, favorendo così il manifestarsi di quel fenomeno che è l’obiezione di coscienza. A questo proposito, la recente approvazione del Parlamento italiano della legge che istituisce le unioni civili anche tra le coppie dello stesso sesso, ha già aperto un dibattito sulla possibilità o meno di tale esercizio del Pubblico Ufficiale chiamato a registrarle.

È importante ricordare che il diritto all’obiezione di coscienza si inserisce nell’ambito più vasto del diritto di libertà religiosa, che è uno dei diritti dell’uomo riconosciuti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948 purtroppo, oggi, non adeguatamente tutelato.

In questa luce non è esagerato affermare che la questione dell’obiezione di coscienza riguarda una frontiera cruciale della libertà, minacciata dalla dittatura del relativismo.

Nel caso Ladele anche la Corte Europea ha rivelato che la libertà religiosa non è meritevole di adeguata tutela, negando il diritto all’obiezione di coscienza a pubblici funzionari ed è paradossale che tutto ciò accada in Europa come negli Stati Uniti d’America (vedi il caso analogo di Kim Davis del 2015) che, tra l’altro, si staccarono dal Regno Unito proprio per difendere e promuovere la libertà di coscienza e di religione.