di Giovanni Pallanti • Pio XII è passato alla storia come un Papa diplomatico che ha alternato i silenzi a delle prese di posizione molto forti. Dopo la Seconda Guerra Mondiale Papa Pacelli scomunicò il comunismo: ovvero chi professava coscientemente il comunismo, così fu interpretato dal suo successore Giovanni XXIII. Papa Roncalli senza togliere questa scomunica distingueva tra l’errore (il comunismo) e l’errante (il comunista in buona fede). Personalmente penso che i comunisti in buona fede fossero pochi rispetto ai milioni che esaltavano in Italia e in Europa il mito di Giuseppe Stalin. Papa Pacelli fu il successore di Papa Ratti che una volta eletto Vescovo di Roma prese il nome di Pio XI. Pio XI era un uomo molto colto con una visione internazionale dei problemi politici molto scaltra e al contempo sostenuta da una visone cristiana della storia. A differenza di Pacelli, Ratti aveva un carattere espansivo e spigoloso. Apparentemente poco diplomatico. Fu infatti Pio XI a fare delle Encicliche in cui si scomunicavano prima i comunisti, poi i nazisti ed era il Papa che aveva scomunicato la massoneria messicana, che aveva imposto dopo la rivoluzione di Emiliano Zapata e di Pancho Villa un regime laico e anticristiano in Messico. La differenza tra Pio XI e Pio XII consiste anche in un altro fatto storicamente molto rilevante: Pio XI firmò il concordato con il Regno d’Italia l’11 febbraio 1929. I protagonisti dell’accordo furono il Segretario di Stato Vaticano Cardinal Gasparri e Benito Mussolini. Ebbene, visto che i fascisti nonostante il concordato continuavano a perseguitare l’azione cattolica italiana, Pio XI decise di scrivere un’Enciclica contro il regime fascista per denunciare il concordato tra Stato e Chiesa. La firma all’Enciclica doveva avvenire l’11 febbraio 1939. Pio XI morì il 10 febbraio 1939 avendo come medico accanto al suo letto di morte il Vice archiatra Pontificio dott. Petacci, padre dell’amante di Mussolini Claretta Petacci.
Quindi Pio XI è stato un Papa volitivo, determinato e considerato nemico dei regimi totalitari del Novecento.
Pio XII come suo successore apparve di tutt’altra specie.
Profondamente anticomunista; durante la sua Nunziatura Apostolica a Monaco di Baviera e a Berlino aveva conosciuto i moti comunisti e nella Nunziatura di Monaco fu minacciato di morte da un gruppo di rivoluzionari comunisti che erano entrati nel suo ufficio. Diventato Segretario di Stato di Pio XI, fu solerte nell’applicare le direttive del Papa e al contempo abile manipolatore delle decisioni dello stesso Papa per evitare scontri frontali tra la Santa Sede, Mussolini e Hitler.
Ora uno storico americano Mark Riebling ha scritto “Le spie del Vaticano; la guerra segreta di Pio XII contro Hitler.” (Ed. Mondadori). In questo libro documentatissimo viene fuori un Pio XII silenzioso e attivo nell’ordire un complotto per far cadere Hitler. Complotto organizzato da ufficiali dell’esercito tedesco e dei servizi segreti. Tutti in collegamento tra di loro in virtù di appartenenza alla fede cattolica e guidati e organizzati da lontano dal Papa “specializzato” nella diplomazia e nel silenzio. Ora viene fuori, quindi, un volto abbastanza nascosto di Pio XII. Talmente nascosto che probabilmente, dovendo annunciare il Vangelo come supremo
Pastore della Chiesa Cattolica, mal si addiceva questo metodo al Vescovo di Roma nella prima metà degli anni Quaranta del secolo scorso. I fatti però sono i fatti e lo storico Riebling li racconta in questo libro importante per la storia della Chiesa e della Seconda Guerra Mondiale. Un libro assolutamente da leggere.