Dalla “sintassi” trinitaria alla sinodalità ecclesiale

1470119986968-772798212di Alessandro Clemenzia Che la vita trinitaria possa ergersi a paradigma e grammatica dell’esistenza umana nella sua globalità sta diventando sempre più esplicito nella riflessione teologica contemporanea. E proprio su questa linea si muove il prezioso contributo di Jean Paul Lieggi, La sintassi trinitaria. Al cuore della grammatica della fede (Aracne, 2006, pp. 357).

Mio intento qui non è quello di sintetizzare in modo critico il percorso della sua riflessione, ma di far emergere quegli elementi portanti che meglio esprimono il tentativo dell’Autore di legare il lemma “sintassi” a quello di “sinodalità”.

syn, che significa “con”, “insieme”, ed esprime l’orizzontalità delle dinamiche intradivine: una relazionalità che è data dalla distinzione tra loro ed è contemporaneamente negazione di ogni qualsivoglia interpretazione subordinazionista.

Lieggi, tuttavia, non ferma la sua riflessione alla “sintassi”” trinitaria, ma coglie in quest’ultima «il parametro a cui guardare per alimentare una visione del mondo, della storia, dell’uomo e di tutta la fede cristiana» (p. 106). L’Autore compie infatti un’operazione teologica molto fine e delicata: ciò che descrive la vita in Dio diviene criterio ermeneutico per cogliere l’intelligenza intrinseca di ciò che è extra Deum. Ed è proprio il delineare la fecondità della “sintassi” per il pensiero credente l’ultimo passo compiuto dall’Autore: «La sintassi mette in luce, infatti, che c’è costantemente una “asimmetria” nelle polarità paradossali della fede, che non si può cogliere del tutto se non si entra radicalmente nella logica che sottende al rapporto fra parità e ordine, come il paradigma della sintassi trinitaria consente di percepire» (p. 109). Da queste parole si può comprendere la “sintassi” come paradigma all’interno dei differenti modelli presentati nel primo capitolo del volume.

Lumen Gentium 22: hierarchica communio. Secondo l’Autore, tale formula riecheggia la logica messa in luce dalla “sintassi”: “hierarchica” individua la “taxis”, “communio”, invece, il “syn”. Recuperando il documento della Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica romana e la Chiesa ortodossa nell’assemblea di Ravenna nel 2007, la “sintassi” può divenire una formula che, applicata al rapporto tra primato e conciliarità, riesce ad affermare simultaneamente sia la loro reciproca interdipendenza, sia una taxis in virtù del protos o kephale del collegio che non finisce per obliare l’uguaglianza sacramentale di ogni vescovo.