Cosa Papa Francesco vorrebbe dire a Trump
Per quanto cruciale per la sicurezza del mondo e gli equilibri internazionali, la questione del rapporto Usa-Russia nell’era Trump somiglia sempre più a una pièce teatrale col presidente-miliardario che un giorno difende Putin dall’accusa di essere un assassino sostenendo che l’America non si è comportata molto meglio, e il giorno dopo scandisce che gli Usa sono decisi a riaffermare la loro assoluta supremazia militare e atomica. Così come è ondivago con l’Europa: dopo aver ricreato un asse con Londra lanciata nella Brexit, provoca la Germania e cerca di blandire l’Italia e in Francia alcuni candidati all’Eliseo. Ma questonon fa che aumentare la diffidenza tra le due rive dell’Atlantico. Quasi tutte le capitali europee, a prescindere dall’orientamento politico dei suoi leaders e da alcuni plateali ammiccamenti, sono quantomeno perplesse davanti ai tweet, al comportamento e alle dichiarazioni martellanti del nuovo presidente Usa. Come molti americani e in generale come gli abitanti di tutto il pianeta, gli europei non si sono ancora abituati all’idea di dover trattare con un uomo imprevedibile.
ha richiamato la necessità di “promuovere l’incontro e il dialogo tra uomini e donne appartenenti a gruppi etnici, culture e religioni differenti”, cercando di “unire idee diverse, opposte opinioni politiche, visioni religiose e persino ideologie differenti” per servire la causa dell’uomo, la pace, la giustizia. Citando nel suo intervento trasmesso da Radio Vaticana quanto il Papa ha detto al Corpo diplomatico il 9 gennaio scorso: “La pace si conquista con la solidarietà” e non rifugiandosi “nelle piccole nicchie di interesse, nelle chiusure individualistiche e nel nazionalismo più o meno mascherato, che colora ormai il paesaggio di un mondo post-globale”. “Il metodo più sicuro per costruire un avvenire migliore consiste nel ristabilire la dignità di quelli che soffrono”.