Gioco d’azzardo, l’eroina del Terzo Millennio

Allora si comprende perché su questa complessa emergenza (resa ancor più confusa da contraddittorie sentenze della Giustizia Amministrativa) in sede di Conferenza unificata Stato-Comuni-Regioni si è registrato un aspro confronto, in quanto le proposte iniziali del Governo sono state ritenute del tutto insoddisfacenti, addirittura bocciate dalle Associazioni che si battono per un coraggioso “giro di vite”. In particolare perché mancavano impegni precisi su temi essenziali come quelli del divieto di pubblicità (devastante quella televisiva!) e del gioco on line e sul recepimento delle numerose proposte avanzate dalla Commissione di inchiesta Antimafia per contrastare la forte presenza delle organizzazioni criminali. Preoccupava la previsione di punti gioco (dotati di certificazione di livello “A”) sottratti alle discipline restrittive adottate da Regioni e Comuni: la genericità dei requisiti per rientrare nella classe “A” lasciava infatti spazio ad un numero assai elevato di “mini-casinò”, in contrasto con l’esigenza di una forte riduzione dell’offerta di gioco. Con un emendamento proposto dall’Alto Adige è stata però salvaguardata l’autonomia di Regioni ed Enti locali, che ora almeno sulla carta possono adottare misure più restrittive del gioco in funzione del contrasto della ludopatia. Vedremo chi tra loro avrà il coraggio di cambiare rotta!

Educare, prevenire, reprimere, con interventi in famiglia, nella scuola e nella società. La ludopatia colpisce fin da bambini e non finisce più. Gi specialisti chiamati a curarla si trovano di fronte padri di famiglia cinquantenni, come donne anziane o addirittura ragazzini di quindici anni. Avviati al gioco dalla complicità dello Stato, che finora non è nemmeno riuscito a vietare l’apertura di sale nelle vicinanze di scuole, oratori e dei centri abitati,ad evitare che ci siano occasioni di tentazioni sotto casa.

I genitori devono aiutare i loro figli a non crescere totalmente assorbiti da cellulari e smartphone con cui convivono dalla mattina alla sera. C’è invece la tendenza di molte mamme e papà di affrettarsi a pagare la ricarica telefonica per far giocare i loro ragazzi. Proprio lì inizia l’assuefazione: perché dal passatempo banale poi si passa facilmente al gioco ripetitivo, continuativo. Davanti alle slot machine, l’eroina del Terzo Millennio