di Giovanni Campanella • Oltre a essere la domanda che Gesù rivolge al cieco Bartimeo a Gerico (cfr. Mc 10,51), Che cosa vuoi che io faccia per te? è il titolo di un piccolo libretto pubblicato dal Centro Ambrosiano nel novembre 2017. Il sottotitolo è In cammino con la Parola nell’esperienza del dolore ed è stato scritto da Suor Paola Resta.
L’autrice è nata a Varese nel 1967. Suora Cappuccina di Madre Rubatto, svolge il suo ministero ad Assisi.
«Fin da giovane, durante l’episcopato milanese del cardinale Carlo Maria Martini, scopre e coltiva la passione per la Parola di Dio e per la lectio divina. Laureata in lettere classiche presso l’Università Cattolica di Milano, ha poi frequentato il biennio di Teologia spirituale presso il Centro Studi don Moioli. All’interno della sua famiglia religiosa opera nell’ambito della formazione e dell’evangelizzazione» (copertina).
L’operetta è costituita da sette riflessioni su altrettante pericopi dei Vangeli, strutturate secondo lo schema della lectio divina (Statio, Lectio, Meditatio, Oratio, Actio) e tutte legate dall’incontro di Gesù con la sofferenza. Si vuole offrire spaccati di Parola di Dio in grado di accompagnare e lenire il dolore. Il tutto è ricamato con numerosi passi di Salmi e altre preghiere. L’autrice ha preferito sue proprie dirette traduzioni dai testi originali della Bibbia. Il libro è dedicato alla memoria del cardinale Carlo Maria Martini. Di lui sono numerosi i passi citati e si intuisce che egli abbia giocato un ruolo non trascurabile nella formazione di Suor Paola.
La prima lectio («Che cosa vuoi che io faccia per te?» – guarigione e sequela) ha ad oggetto l’incontro tra Gesù e Bartimeo (Mc 10,46-52). Chi è onnisciente può fare domande per sapere? Evidentemente, tali domande hanno altro scopo rispetto al sapere. L’autrice ricorda che, per la tradizione ebraica, ogni volta che Dio fa una domanda all’uomo, gli fa un dono.
«Le domande di Gesù non sono interrogativi di chi ha bisogno di una parola che non sa, ma sono lo spazio di salvezza offerto alla nostra libertà per entrare in modo consapevole e collaborante nell’azione salvifica gratuitamente donata. (…). Perché sia guarito, Gesù vuole condurre il cieco a chiamare per nome il suo bisogno, la sua malattia, il dolore che lo fa urlare. Le domande di Gesù scavano il cuore» (p. 16).
La seconda lectio («Donna, sei sciolta dalla tua infermità» – una storia di dolore scritta nel corpo) è incentrata sulla guarigione della donna curva in sinagoga nel giorno di sabato (Lc 13,10-17). Gesù permette alla donna, malata da diciotto anni (tre volte sei ossia un ciclo incompleto di anni, privato proprio del sabato cioè del suo compimento), di relazionarsi di nuovo faccia a faccia col mondo e con i fratelli.
Nella terza lectio («Andarono nella casa di Simone» – guarigione e servizio), si medita sulla guarigione della suocera di Simon Pietro (Mc 1,29-31). «Gesù entra nella casa a dirci la presenza del Padre, silenziosa e invisibile, anche dentro l’intreccio dei nostri vissuti familiari, a volte feriti o malati» (p. 37).
La lectio successiva («Aveva dodici anni» – donne restituite alla vita) ha al suo centro il celebre “racconto nel racconto” in cui la guarigione dell’emorroissa è incastonata nella pericope della guarigione della figlia di Giairo (Mc 5,21-43). La figlia di Giairo aveva dodici anni, lo stesso lasso di tempo in cui l’emorroissa aveva sofferto del suo male. Dodici anni è indicativamente l’età nella quale la vita di una donna sboccia nella sua primavera. Gesù leva gli impedimenti affinché ogni vita sbocci nella sua pienezza.
L’episodio del ritorno in vita del figlio della vedova di Nain (Lc 7,1-17) costituisce il testo della quinta lectio («Si avvicinò e toccò la bara» – Dio ha visitato il suo popolo). In barba alle barriere e alle leggi di purità, Gesù va a toccare anche l’intoccabile, per abbracciare tutto l’uomo.
Nella penultima lectio («Padre, se vuoi…» – con Gesù nella lotta) si medita l’agonia di Gesù sul monte degli Ulivi secondo Luca (Lc 22,39-46). Anche nelle vicende precedentemente esaminate, Gesù si immerge nel dolore umano sperimentandone varie dimensioni, incarnate nei diversi sofferenti che incontra. Nel Getsèmani comincia l’immersione totale.
L’ultima lectio («Donna, perché piangi?» – le lacrime asciugate) è costruita sull’incontro tra Maria Maddalena e il Risorto (Gv 20,1-18).
«“Chi cerchi?”. Questa domanda alla fine del quarto Vangelo costituisce una sorta di inclusione con il suo inizio quando, ai discepoli che iniziano a seguirlo, Gesù chiede: “Che cosa cercate?” (Gv 1,38). Porre domande che scavano il cuore – lo abbiamo già visto – è il modo abituale con cui Gesù si prende cura dei suoi» (p. 83)