Responsabilità sociale dell’impresa e magistero papale.
di Carlo Parenti · Un mio anziano amico, già direttore generale e amministratore delegato di alcune tra le primarie compagnie di assicurazione italiane, mi ha confessato che nel corso della sua vita ha spesso ripensato a suo padre, il quale temeva che fosse troppo sensibile e quindi potesse essere fuorviato da persone poco corrette e a sua madre, che gli insegnava ad avere rispetto per chi era più anziano di lei (mi viene in mente il tema caro a Francesco sull’importanza dell’insegnamento dei nonni). Ambedue gli hanno trasmesso principi indelebili di rettitudine e di onestà. Tali insegnamenti gli sono tornati alla mente negli anni, quando ha dovuto prendere atto che ai vertici delle Società spesso arrivavano persone non adeguate né sul piano etico né su quello professionale. Esse manifestavano la costante volontà di realizzare disegni immaginati soprattutto per produrre interessi personali, comunque particolari a vantaggio solo di pochi, indipendentemente dalle ricadute sull’azienda e sui lavoratori. Oggi , quando ha raggiunto gli 83 anni, può dire che la corazza costruita su di lui da suo padre, con il suo illuminato esempio, è stata sufficiente a respingere ogni attacco, anche quelli più pericolosi. Si è convinto, alla fine, che l’integrità ha un prezzo, ma che questo prezzo, per quanto alto sia, vale sempre la pena pagarlo. E posso testimoniare che ha personalmente molto “pagato” per salvare aziende da mani rapaci di furfanti travestiti da illuminati manager. Senza arricchirsi! E subendo ingiustizie.
Può sembrare che questo sia un discorso da libro Cuore, il romanzo ottocentesco di Edmondo De Amicis, che tratta col linguaggio del tempo, anche in modo paternalistico, di forti valori morali, familiari, fraterni, di relazioni sociali solidaristiche ed eque. Può sembrare…e Roberto se ne rende conto a costo di apparire patetico e nostalgico!
La dichiarazione contiene tre punti fondamentali.
Concetti al centro della Laudato Sì di papa Francesco, che sul tema si è più sinteticamente espresso in una intervista (vedi) al Sole 24 Ore del 7 settembre 2018. Una vera e fondamentale lezione di gestione d’impresa.
Vi sono indicazioni importanti. Riprendono appunto i fondamentali temi della sua enciclica “Laudato si’” -sulla “cura della casa comune”- per lavoro e dignità, persona, sviluppo e giustizia sociale e della “Evangelii Gaudium” (“La vocazione di un imprenditore è un nobile lavoro, sempre che si lasci interrogare da un significato più ampio della vita”, nel contesto di una ‘economia giusta’ che sappia andare oltre ‘il feticismo del denaro’”). E rilanciano in modo nuovo i grandi temi del rapporto tra la Chiesa e l’economia, dalla “Gaudium et spes” del 1965 alla “Populorum progressio” di Paolo VI del marzo 1967 sino alla “Caritas in veritate” di Benedetto XVI del giugno 2009, sulla grande traccia della “Rerum novarum” di Leone XIII del 1891, le radici della “dottrina sociale” della Chiesa.