Senza solidarietà l’Europa si dissolve
Se salta la solidarietà, l’Europa si dissolve e non si salverà nessuno. In pochi l’hanno capito (tra questi naturalmente il nostro governo) ed hanno lanciato una sorta di ultimatum, sul quale sta cercando di mediare la presidente della
Commissione Ue Ursula von der Leyen, che – seppur in ritardo – ha chiesto scusa all’Italia. La partita in gioco è stata ben spiegata in editoriali sul “Corriere della Sera” (Mario Monti e Ferruccio de Bortoli) e sul “Messaggero” (Prodi). Si tratta dell’ormai consueto scontro fra Nord e Sud, fra i cosiddetti Paesi virtuosi e noi meridionali, che siamo evidentemente considerati “viziosi”. Come sempre il fronte dei “virtuosi” trova la sua punta più oltranzista nell’Olanda, già contraria all’entrata dell’Italia nell’Euro, oggi contraria a ogni forma di solidarietà. Un Paese che – è stato giustamente fatto notare – fa del rigore il proprio scudo ma che, nello stesso tempo, è di tutti il più abile a praticare politiche fiscali di dubbia legittimità per trasferire ad Amsterdam le sedi delle imprese degli altri Paesi europei, a cominciare dalla FCA.
Come sempre è avvenuto negli ultimi tempi, la Germania si è affiancata all’Olanda, seppur con un linguaggio meno offensivo. Il rifiuto tedesco nei confronti di una politica di solidarietà europea almeno non viene imputato ai peccati di noi meridionali, ma al fatto che dimostrarsi solidali “mette in discussione i principi fondamentali della Germania”. Queste parole della Merkel riflettono forse la necessità di ogni politico di tenere conto delle preferenze del proprio elettorato (vizio simile a quello di certi sovranisti nostrani) ma, di fronte alla tragedia a cui assistiamo, ci obbligano anche a riflettere su quali debbano essere “i principi fondamentali” che tengono insieme l’Ue.