Sant’Anna con antiche testimonianze
di Carlo Nardi · Già nel primo secolo la Chiesa cattolica assunse come suoi scritti anche, oltre l’Antico Testamento, il Nuovo. Altri, più recenti, sono i cosiddetti apocrifi. Tra questi, sia all’adorazione a Cristo sia alla devozione ai santi, si espresse anche allo scopo di introdurre scritti adatti, ritenuti simili ai vangeli della Chiesa. Pii cristiani infatti, non paghi della sobria essenzialità dei quattro vangeli, ben presto si fecero avanti con uno stuolo di racconti, tra i quali alcuni quanto mai interessanti. Di qui una letteratura che, curiosa e pia, giunse fino a tutto il medioevo.
Tuttavia alcuni antefatti dei Vangeli sia di Matteo sia di Luca con l’infanzia di Gesù si ritrovano in alcune parti del Protevangelo. Tra i molti scritti apocrifi di tipo devozionali è notevole lo Pseudo Matteo in latino, noto al dottissimo Girolamo, peraltro assai sospettoso per una letteratura di bassa lega.
Anche Anna di Samuele è liberata da un’incresciosa sterilità, del tutto simile alla ragazza Sara, un tempo all’incapacità di convolare a nozze vitali e feconde, finalmente all’inatteso incontro con Tobia, poco più che ragazzo.
Tant’è che il Padre Eterno la festa l’aveva voluta, e in cielo e in terra. In terra per noi. E se noi umani furono creati da lui, pieni di cose buone e belle, mi fa pensare, ancor di più, che proficuo è ragionare con i nostri Santi coniugi (cf. C. Nardi, ‘Inchiesta su Maria’ di Corrado Augias e Marco Vannini. Note di lettura, in Rivista di ascetica e mistica 39 [Vita cristiana 83], 2014, pp. 857-880).