Invidia

187 269 Giovanni Campanella
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downloaddi Giovanni Campanella · Nel mese di dicembre 2019, la casa editrice Effatà ha pubblicato un piccolo libriccino tascabile, intitolato Invidia: veleno mortale. Perché lui sì e io no?, all’interno della collana “Il cammino della luce”. Gli autori sono fra Emiliano Antenucci e don Aldo Buonaiuto.

Don Aldo Buonaiuto è ordinato sacerdote diocesano l’8 dicembre 1998. Dopo gli studi di filosofia e di teologia consegue la licenza di specializzazione in antropologia teologica. Antropologo ed esorcista, segue le orme di don Oreste Benzi all’interno della Comunità Papa Giovanni XXIII. È stato nominato da Papa Francesco Missionario della Misericordia.

Anche fra Emiliano è stato nominato Missionario della Misericordia. È sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini ed è l’inventore del corso «silenzio, parla il Silenzio». Si occupa di pastorale giovanile, le sue passioni sono la mistica e la spiritualità e in passato ha guidato «scuole di preghiera». Anche lui collabora con la Comunità papa Giovanni XXIII. Collabora anche con un carcere di massima sicurezza conducendo un corso sul perdono e la misericordia.

Come facilmente intuibile leggendo il titolo, l’opuscolo intende dipingere un quadro piccolo ma abbastanza completo di quel brutto vizio capitale che è l’invidia, servendosi di alcuni passaggi scritturistici e di citazioni di pensieri di Papa Francesco e non solo. Delinea anche le caratteristiche dell’invidioso e suggerisce alcuni rimedi insieme ad alcune preghiere.

L’invidia è veramente una brutta bestia. Ciò che la rende massimamente pericolosa è il fatto che il più delle volte è nascosta. Sembra strano ma effettivamente chi invidia non si rende conto molto spesso di stare invidiando, di essere invidioso. È un argomento a me caro perché solo di recente ho scoperto di essere io stesso un invidioso. Anche solo cominciare a rendermene conto è stata per me una grande liberazione. Illuminante è per me un pensiero di Salvatore Natoli, citato nell’opuscolo: «L’invidioso si nasconde quanto il superbo si mostra. Eppure l’invidia è sottesa dalla superbia a tal punto da poter essere intesa come la pena pagata per essa. In breve, l’invidia altro non è che l’espiazione della superbia. E ciò spiega perfettamente perché essa è un vizio senza piacere» (p. 16). Mi torna perfettamente! Sono infatti un narcisista, un superbo. Dunque, il mio narcisismo si presenta come lampante causa dell’invidia di cui sono affetto.

L'invidia: quella carie spirituale che avvelena le relazioni

L’invidia: quella carie spirituale che avvelena le relazioni

Meno male che il Signore non ci lascia soli nella lotta e anzi, soprattutto quando ci accorgiamo che senza di Lui non possiamo fare nulla, dall’iniziale timido che è, diventa un super wrestler, entusiasta del fatto che gli abbiamo consentito di stare al nostro fianco. Rendersi conto di essere invidiosi è il primo grande passo per intraprendere il cammino di emancipazione dal brutto laccio di tale viziaccio. Poi bisogna rendersi conto che siamo tutti una grande famiglia (e il cristiano dovrebbe essere il primo a rendersene conto): i talenti, le abilità e le ricchezze degli altri contribuiscono a rendere più bella e fruttuosa la nostra grande famiglia. Inoltre, la preghiera è un’arma fondamentale, imprescindibile. Anche a noi il Signore ha dato tanto e purtroppo è molto facile non accorgersene. Dobbiamo ringraziare continuamente per tutto ciò che riceviamo ogni giorno e ringraziare anche per i doni degli altri. Doni diversi a persone diverse costringono tali persone ad appoggiarsi l’una sull’altra e quindi a relazionarsi: la relazione è ciò che al mondo c’è di più prezioso.

Com’è bello essere davvero in grado di gioire di cuore, sinceramente, nello scoprire qualità e capacità che io non ho ma che ha l’altro che mi sta accanto! Uno splendido traguardo! Un sublime cambiamento del gusto! Forse anche in questo sta la vera sapienza, pensando alla radice etimologica di “sapienza”, collegata proprio a “sapore”

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Giovanni Campanella

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