Quanto è vero Dio. Il contributo di Sergio Givone
(Solferino, 2018): un interessante itinerario filosofico circa la necessità dell’esperienza religiosa per ogni uomo.
Più che presentare il volume, vorrei prendere in considerazione due aspetti su cui Givone sofferma l’attenzione, di particolare interesse anche per l’attuale riflessione teologica: la “religione” come forma di conoscenza e l’assunzione in Dio della contrapposizione e del negativo.
Un secondo elemento degno di nota riguarda il principio della contrapposizione. Givone introduce il contributo di Hegel, secondo il quale la religione è re-ligio, vale a dire «rilegamento di ciò che è opposto e contrapposto, a opera di un principio unificatore» (p. 36). Nella religione, infatti, si raggiunge una ricomposizione armonica di tutto ciò che è lacerato nella realtà. Eppure, «ci può essere nella religione una contrapposizione che non può essere tolta?» (p. 38), vale a dire una contrapposizione assoluta. Quest’ultima, secondo Givone, «riguarda non soltanto il rapporto che c’è fra Dio e il mondo, ma raggiunge Dio stesso, si pone in Dio, e in Dio opera la scissione più grande e spaventosa: fra il Vivente e la morte. Al punto che a morire è Dio» (p. 44).