«Era perduto ed è stato ritrovato». Note su una parabola
di Stefano Tarocchi • Una delle pagine più commoventi (e più alte) della letteratura di ogni tempo, la terza delle tre parabole della misericordia del capitolo 15 del Vangelo secondo Luca, deve essere letta ai giorni nostri con un doppio scarto rispetto al tradizionale titolo del “figlio prodigo”.
Questo figlio aveva voluto conoscere il mondo: un «paese lontano», fuori dalla terra di Israele – infatti vi si allevano i porci – «fuori dal perimetro chiuso del sistema familiare». Inoltre «il suo viaggio inizia con un atto di violenza, uno strappo alla legge»: ecco così l’imperativo «dammi», capace di provocare «una rottura irreversibile» (Massimo Recalcati).
Il padre narrato dalla parabola ha lasciato che si compisse fino in fondo la richiesta di avere accesso al suo patrimonio e quindi decidere un’esistenza distante da lui: «“padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze (lett. “la sua vita”)» (Lc 15,1-2).
Quando tuttavia il figlio ritorna, dopo aver provato tutte le conseguenze della sua libertà dissennata e dissipata, ciò che era irreversibile si apre in maniera inattesa. Il suo viaggio lontano da casa si conclude con la riconciliazione, dapprima con il padre, e poi, attraverso lui, con il fratello.
Si potrebbe scrivere che «Dio è colui che «ha preso [questo suo figlio] con un amo invisibile e con una lenza invisibile, che è abbastanza lunga per lasciarlo vagare sino ai confini del mondo, e, tuttavia, riportarlo indietro con una sola tirata del filo» (Gilbert Keith Chesterton).
Forse è vero che se «nessuno sopporta di non essere perdonato: soltanto Dio ne è capace», come ha scritto Graham Greene.
Così, come nel celebre dipinto di Rembrandt, si svelano anche lo spessore e la complessità della figura del padre, rappresentato appunto con una mano di uomo e una di donna. Dio che è padre e anche madre.
Il percorso della parabola evangelica si centra su un perenne percorso dove liberamente ciascuno dei figli deve ricuperare sé stesso di fronte al padre, e al cielo, che egli rende presente.