Cinque anni dopo

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giudiziouniversaledi Andrea Drigani Nell’aprile del 2014 usciva il primo numero di questa Rivista online: «Il mantello della giustizia». Trascorsi cinque anni è forse il caso di fare delle constatazioni e delle considerazioni. Nell’editoriale di presentazione osservavo, tra l’altro, che il titolo riprendeva una citazione del Libro di Isaia (61,10), nella quale il profeta esprime la sua gioia e la sua esultanza per essere nel Signore e del Signore, e la consapevolezza che Dio lo ha avvolto con il mantello della giustizia. Rammentavo, altresì, che la giustizia è la virtù per la quale si deve dare ad ognuno ciò che è suo diritto. Facevo presente, poi, che tra questi diritti vi è anche quello di conoscere e di seguire l’insegnamento cristiano, nelle diverse circostanze personali, sociali e culturali. Concludevo che il compito de «Il mantello della giustizia» era quello di aiutare a far sì che questo diritto venisse sempre meglio garantito e sviluppato. In questo primo quinquennio che ha visto la produzione di oltre 600 articoli (con una media di 5.000 visite al mese), si può affermare, senza enfasi, che è stato offerto un contributo per la promozione del diritto all’educazione cristiana (cfr. can. 217 CIC), con cui i fedeli possono essere formati a conseguire la maturità umana e contemporaneamente a conoscere e vivere il mistero della salvezza. Dopo aver reso grazie a Dio, come sempre, la gratitudine si estende alla redazione ed ai collaboratori, per la costanza e la solerzia, per il livello e lo stile degli scritti, per la condivisione di questo progetto. Ci siamo mossi nelle nostre riflessioni dall’attualità ecclesiale, ma anche sociale, politica e internazionale, tenendo conto delle indicazioni del Magistero ed anche della storia, convinti che senza memoria non c’è futuro. Si è preferito un linguaggio divulgativo ma profondo, affrontando argomenti inerenti al mistero della Chiesa e alla sua azione pastorale, alla vita morale e virtuosa, al diritto canonico, alla spiritualità, all’esegesi biblica, alla tradizione patristica, alle relazioni con l’Ortodossia, al rapporto con le altre religioni, alla dottrina sociale cristiana, al necessario ricordo di vescovi, preti e laici autentici testimoni della fede, per non far mai dimenticare l’universale vocazione alla santità. Ma abbiamo rivolto pure la nostra attenzione a temi più specificamente politici (interni ed internazionali), giuridici, etici, economici, artistici, cercando però di leggerli «sub lumine rationis et Revelationis». E’ proprio il caso di rivolgersi un augurio: di continuare, con l’aiuto di Dio, in quest’opera di approfondimento culturale cristiano a servizio di tutti coloro che, più o meno consapevolmente, ricercano Colui che ha detto di sé: «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita» (Gv 8,12).

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