Le Facoltà Teologiche come comunità ospitali

di Alessandro Clemenzia · Questo articolo è la rielaborazione di un intervento di saluto, rivolto in occasione del Convegno intitolato Per una comunità ospitale. L’arte come “luogo” di accoglienza nel tempo della ricostruzione, organizzato dalla Conferenza Episcopale Toscana (20 novembre 2021) presso la Facoltà Teologica dell’Italia Centrale.

Si tratta di un saluto che ha voluto sintonizzarsi con la realtà, oggetto d’indagine del Convegno. Infatti, il significato dell’accoglienza, che la Facoltà Teologica di Firenze ha riservato a questo evento, non può non fare i conti con quel “luogo di ospitalità” dove ciascuno può essere se stesso, ri-conoscersi, e da cui scaturisce una nuova forma di appartenenza, di condivisione e di dialogo.

Il teologo Christoph Theobald, il primo ad essere intervenuto su tale argomento (il 23 novembre 2019) all’interno di questo percorso culturale organizzato dalla Conferenza Episcopale Toscana, ha illustrato nel suo magistrale intervento il tema dell’ospitalità o, meglio, il paradosso dell’ospitalità tra simmetria e asimmetria, tra rischio e fiducia, tra reciprocità e gratuità.

E proprio in questa dinamica, all’insegna dell’ospitalità reciproca, fluisce la vita stessa di Dio: ma ciò che si rende visibile del divino è solo l’umano. Ricordo le parole del prof. Piero Coda, quando, durante una lezione di cristologia, disse a proposito di Gesù di Nazareth: era così veramente uomo, così pienamente uomo che non poteva non essere Dio.

L’augurio è che la Facoltà Teologica dell’Italia Centrale possa farsi luogo di questo luogo (di questo noi di cui si è parlato), perché non rimanga un astratto spazio all’interno del quale si svolge un evento che, con il tempo, diventerà sempre più passato, ma luogo esperienziale di un’ospitalità vera, per generare nei docenti e negli studenti che ogni giorno lo abitano, la consapevolezza di riconoscersi interiormente dilatati e, in relazione agli altri, di essere generati alterità ospitali.