«Potere massonico». Spunti dal libro di Ferruccio Pinotti
di Andrea Drigani · Avevo già affrontato in un articolo su questa Rivista (L’appartenenza alla Chiesa e altre appartenenze, ottobre 2015) la questione della Massoneria, della sua organizzazione e dei rapporti con la Chiesa. Ma l’uscita dell’ampio e circostanziato volume di Ferruccio Pinotti, edito da Chiarelettere, intitolato «Potere massonico», mi induce ad ulteriori riflessioni.
Ancora una volta vorrei muovermi dalla Bolla «In eminenti», emanata da Papa Clemente XII il 28 aprile 1738, che è il primo di una lunga serie di documenti pontifici di deciso e profondo contrasto nonché di dura contestazione nei confronti della Massoneria. Nel testo di Clemente XII i rilievi fortemente negativi nei confronti dell’aggregazione massonica, che porteranno alla condanna e alla proibizione per i cattolici di appartenervi, sono da ritenersi nel patto associativo stretto e segreto, nonché nell’obbedienza alle norme e alla gerarchia interna.
Per questi motivi Clemente XII era dell’avviso che la Massoneria provocasse gravissimi danni non solo per la Chiesa, ma anche per l’ordinamento civile degli Stati. Nella Bolla «In eminenti» non viene presa in considerazione la cosidetta ideologia massonica, una mescolanza di elementi esoterici ed illuministici, forse perchè ritenuta solo una sorta di copertura culturale.
Del resto anche Pinotti precisa che nella sua inchiesta sono pressochè assenti gli aspetti esoterici, filosofici e simbolici della Massoneria per incentrare l’attenzione sulle attività complesse e variegate di quest’ultima, tese ad influenzare la vita politica ed in particolare il settore economico-finanziario.
Nel libro di Pinotti con numerose interviste dirette o riprese da altre pubblicazioni si ripercorrono una serie di vicissitudini storiche italiane dal 1860 ai giorni nostri con speciale riguardo alla formazione dei governi, alle elezioni dei Presidenti della Repubblica, al ruolo della magistratura, ai mass-media, alle docenze universitarie, al sistema bancario. Pinotti richiama poi l’attenzione sulle attività illecite dalla Loggia P2 di Licio Gelli, nonché sui misteriosi rapporti con la criminalità organizzata.
E’ ovvio che le associazioni, i partiti, i movimenti, le organizzazioni sindacali possono contribuire a favorire talune scelte politiche, ma con un metodo pubblico (termine, che giova ricordare, deriva da popolo) come la partecipazione alle elezioni, l’elaborazione di progetti, la contrattazione collettiva. La Massoneria anche se non si ritiene un’associazione segreta, potrebbe essere considerata semisegreta.
Le proteste che le centrali massoniche hanno espresso sulle leggi regionali della Toscana e della Sicilia che hanno imposto l’obbligo per chi occupa cariche o funzioni pubbliche di dichiarare l’appartenenza anche alla Massoneria, non sembrano comprensibili e favoriscono una opacità. Sarebbe, invece, oltremodo auspicabile che venisse approvata una legge statale circa il suddetto obbligo.
Per quanto attiene ad un eventuale dialogo tra Chiesa e Massoneria, Pinotti riporta una lunga conversazione con l’avvocato Francesco Guida, che ha lasciato il Grande Oriente d’Italia per costituire l’Ordine massonico tradizionale italiano, il quale, tra l’altro, afferma la fondatezza dell’incompatibilità tra la Massoneria e la Chiesa.
«La Chiesa – dice Guida – pone al centro della realtà Gesù Cristo, via-verità-vita, il ruolo dell’uomo è quello di collaboratore del disegno divino, ma è attorno al Cristo che ruota tutto. Secondo la massoneria, invece, al centro della realtà c’è l’uomo. Su questo io vedo un’incompatibilità assoluta e irrisolvibile». Questo non esclude, dice ancora Guida, che potranno eventualmente sussistere a livello pratico, nel campo dell’assistenza sociale, delle collaborazioni per portare aiuto ai poveri.
Dalla lettura del libro di Pinotti mi sono ulteriormente convinto che Clemente XII (il fiorentino Lorenzo Corsini) fu lungimirante con la Bolla “In eminenti”.