L’Occidente sta andando verso la «democrazia totalitaria»?

Dichiarazione-dei-diritti-delluomodi Leonardo Salutati · Stiamo assistendo oggi ad una grave situazione di crisi degli ordinamenti giuridici civili nel loro rapporto con l’ordine dei valori morali e spirituali. L’origine di tale situazione è da rintracciarsi nella separazione, progressivamente sempre più ampia, tra la morale e il diritto positivo, tra l’etica e l’attività legislativa e conseguentemente giurisprudenziale ed esecutiva di governo.

Indubbiamente l’aspetto più importante della moderna scienza giuridica e delle legislazioni democratiche è stato lo sviluppo dottrinale e normativo sui diritti fondamentali dell’uomo maturato nella “Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo” del 1947, che ha messo al centro della realtà giuridica il suo vero protagonista, non lo Stato ma la persona umana con la sua inalienabile dignità e libertà.

cq5dam.thumbnail.cropped.750.422 (1) perché, sulla premessa che la sessualità è orientata alla procreazione, faceva presente che all’interno di una relazione omosessuale tale finalità era preclusa; è anche il caso di quanto potrà succedere in Italia se verrà approvato il Ddl Zan-Scalfarotto contro i reati di omotransfobia, in discussione in questi giorni in parlamento.

Al riguardo una nota della CEI del 10 giugno scorso metteva in guardia sul fatto che l’approvazione di un tale ddl rischierebbe di aprire a derive liberticide, per cui più che sanzionare la discriminazione, comunque già adeguatamente tutelata dall’ordinamento vigente, si finirebbe col colpire l’espressione di una legittima opinione, limitando di fatto la libertà personale, le scelte educative, il modo di pensare e di essere, l’esercizio di critica e di dissenso.

Già nel 1993 Giovanni Paolo II, parlando al mondo accademico in occasione della sua visita in Lituania, metteva in guardia dal rischio dei regimi democratici «di risolversi in un sistema di regole non sufficientemente radicate in quei valori irrinunciabili, perché fondati nell’essenza dell’uomo, che devono essere alla base di ogni convivenza, e che nessuna maggioranza può rinnegare senza provocare funeste conseguenze per l’uomo e per la società», ricordando che «totalitarismi di opposto segno e democrazie malate hanno sconvolto la storia del nostro secolo» quando non si è più vincolata la razionalità delle leggi alla corrispondenza della norma con la natura umana, con la verità oggettiva sulla dignità dell’uomo, con i valori morali oggettivi e permanenti, che invece il diritto dovrebbe difendere e tutelare per poter ordinare rettamente i comportamenti sociali, proteggere istituzioni basilari ed evitare il progressivo sviluppo di una società selvaggia.

Purtroppo dagli anni ’60 del secolo scorso ad oggi, ideologie varie fondate sul relativismo morale, nel togliere alla democrazia il suo fondamento di principi e di valori oggettivi, hanno sfumato pericolosamente i limiti della razionalità e della legittimità delle leggi, indebolendo profondamente l’ordinamento giuridico democratico di fronte alla tentazione di una libertà senza i limiti, veramente liberatori, della verità oggettiva sulla dignità e i diritti inalienabili dell’uomo e della donna.

Tutto questo senza considerare le tante contraddizioni in cui incorre sfacciatamente il “pensiero dominante contemporaneo” in quanto, come ha chiaramente denunciato Benedetto XVI: «Si assiste oggi a una pesante contraddizione. Mentre, per un verso, si rivendicano presunti diritti, di carattere arbitrario e voluttuario, con la pretesa di vederli riconosciuti e promossi dalle strutture pubbliche, per l’altro verso, vi sono diritti elementari e fondamentali disconosciuti e violati nei confronti di tanta parte dell’umanità» (CV 43).