Secunda Clementis

papa-san-clemente-i-noto-anche-come-san-clemente-di-roma-il-vescovo-di-roma-egli-fu-il-primo-padre-apostolico-della-chiesa-incisione-di-cibera-pnwfkndi Carlo Nardi • Sono motivi di vita cristiana le parole della cosiddetta Secunda Clementis, ossia la Seconda lettera che il papa Clemente primo avrebbe scritta ai cristiani di Corinti. Perché avrebbe? Perché il condizionale? Mi spiego. Circa la Prima lettera c’è una considerevole certezza che Clemente ne sia effettivamente l’autore nel 96 d.C., suffragato da rilevanti testimonianze. Invece la Seconda lettera sembra opera più recente per una esortazione del terzo secolo ad una vita evangelica.

Però, quando si rendono conto che noi non solo non vogliamo bene a quelli che ci vogliono male, ma neppure a quelli che ci vogliono bene, si mettono a ridere di noi, e così viene disonorato il nome» ([Clemente di Roma?], Seconda lettera ai Corinzi 12), ossia il nome santo di Dio e, di conseguenza, il nome cristiano. Vale a dire l’essere cristiani.

Ho tradotto così dal greco, e tradurre è sempre un cercare di trasbordare da una lingua a un’altra il meglio possibile. Se – e vi invito a fare una prova – al posto del verbo disonorare o gettare disonore su mettete sputtanare, oltre ad evitare un perbenismo linguistico non immune da ‘devote’ infiltrazioni mafiose, c’è il caso che si renda meglio quello che intendeva dire, se non papa Clemente, piuttosto qualcuno per lui.220px-Giovanni_Battista_Tiepolo_094

Se ci avete provato, ecco ora una preghierina, perché piccina, perché breve: una del messale, per la quindicesima domenica del tempo ordinario, che mi pare in tono con quel che si è letto: «O Dio, che mostri agli erranti la luce della tua verità perché possano tornare sulla retta via, concedi a tutti coloro che si professano cristiani di respingere ciò che è contrario a questo nome e di seguire ciò che gli è conforme. Per Cristo nostro Signore» (Deus, qui errantibus, ut in viam possint redire, veritatis tuae lumen ostendis, da cunctis qui christiana professione censentur et illa respuere quae huic inimica sunt nomini et ea quae sunt apta sectari. Per Christum Dominum nostrum. Amen).

E la preghiera è tutt’altro che una preghierina, quanto a contenuto, anche se prova della parolaccia non l’avete fatta.