di Antonio Lovascio · Passerà alla storia come l’estate del Covid e degli orrori. E, tra questi, ci mancava solo di veder replicare “Gomorra” nella caserma Carabinieri “Levante” di Piacenza, sequestrata dalla magistratura perché teatro di spaccio di stupefacenti, festini, abusi ed estorsioni, protagonisti militari dell’Arma. Con la fermezza che gli è nota, il generale Nistri ha subito azzerato i vertici della catena di comando in quella provincia. Siamo infatti di fronte ad uno scandalo raccapricciante, che per alcuni giorni ha tolto la scena ad un’altra vicenda assai degradante – pedopornografia via Chat – venuta alla luce in Toscana ma ben ramificata in altre regioni, grazie ad una “madre coraggio”: così sono stati denunciati venti minorenni, per lo più quindicenni, che condividevano l’inconfessabile segreto di provar gusto in maniera più o meno consapevole nell’osservare filmati hard con giovanissime vittime, immagini di orribili violenze e con contenuti di alta crudeltà.
Come non bastasse, negli stessi giorni sull’onda di un altro fatto di cronaca (due ragazzi ternani di sedici e quindici anni morti nel sonno dopo aver assunto metadone credendo fosse codeina ) un inquietante Dossier ha fatto nuovamente scattare l’allarme-droga per adolescenti e giovani: coca, oppiacei e anfetamine sono i nuovi devastanti mix, grande disponibilità e prezzi bassi in un mercato alimentato però dagli adulti. Le statistiche dell’ultima relazione della Direzione centrale dei servizi antidroga (Dcsa) hanno registrato nel 2019 un aumento dell’11% dei decessi per overdose: 373 casi con Emilia- Romagna, Toscana, Lombardia, Veneto e Lazio in prima fila. Otto i morti sotto i 19 anni, venti quelli tra i 20 e 24 anni. In crescita, rispetto a un calo delle sostanze storiche, i sequestri di droghe sintetiche. Dato confermato dalla scoperta delle 14 tonnellate di metanfetamine a inizio luglio nel porto di Salerno. Sono stati 1.281 i minorenni denunciati per spaccio o traffico di stupefacenti nel corso del 2019. In questo caso a guidare la classifica è il Lazio, seguito da Lombardia, Piemonte e Veneto. Se le denunce riguardano soprattutto hashish e marijuana, non mancano eroina, coca e sostanze di sintesi. I giovani non sono consumatori inconsapevoli, conoscono le sostanze, le esplorano e le sperimentano. Sul web ci sono informazioni e addirittura “ricette”. L’età non si è abbassata, ma è aumentata la reperibilità di alcune sostanze che prima non erano diffuse. Oggi, dicono gli esperti, anche il pusher degli studenti offre, insieme a fumo e marijuana, farmaci oppiacei, benzodiazepine e viagra.
C’è però uno scenario che preoccupa molto, ed è il futuro più prossimo legato agli sviluppi dell’emergenza-Covid, che in teoria avrebbe dovuto metterci giudizio ed invece ha accresciuto la nostra insoddisfazione, tanto che adesso troppi sono pronti a ricominciare come se niente fosse accaduto. Non è improbabile che in autunno ci attendano mesi di tensione sociale, di crisi economica, di depressione. Un fattore di forte spinta al consumo di droghe: i prezzi scenderanno per adattarsi alle disponibilità economiche ridotte, ma la platea si amplierà.
Ecco perché – come dice Papa Francesco richiamando al dovere di lottare contro i trafficanti di morte – “ non servono politiche isolate: è un problema umano, è un problema sociale; tutto dev’essere collegato”. Nel sollecitare un piano organico di misure urgenti (si dovrà scavare in profondità, visto il marcio affiorato, prima di Piacenza, in articolazioni dello Stato chiamate a far rispettare la legalità: ricordate i casi di Stefano Cucchi e Serena Mollicone?) dobbiamo però porci degli interrogativi. Perché questi giovani sentono l’esigenza di provare a oltrepassare i confini del lecito? Cosa li spinge a cercare emozioni speciali? Sanno di poter rischiare la vita affidandola a un pusher? Fino a che punto sono consci del pericolo che stanno correndo? Domande che devono farsi prima di tutto famiglie ed educatori, che non devono lasciare i loro ragazzi da soli, smarriti nel vuoto delle libertà. Dalle colonne di “Avvenire”, uno scrittore raffinato e sensibile come Eraldo Affinati, docente e quindi in costante dialogo con adolescenti e giovani, ha offerto qualche prezioso consiglio: <Avremmo bisogno di nuove esperienze vitali da offrire ai nostri figli: non magnifici campi fioriti, in cui le possibilità di affermazione personale si moltiplicano come cellule destinate a non fargli vedere più niente di autentico, bensì terreni aspri di confronto critico nei quali siano contemplate anche la sconfitta, il fallimento, la caduta rovinosa. Soltanto così potranno uscire dall’incantamento artificiale superando gli ostacoli con forze proprie, senza strumentazioni esterne. Per farlo servono adulti equilibrati, non intimamente insoddisfatti e insofferenti ma impegnati nell’esecuzione creativa della vita, capaci di mostrare ai ragazzi il valore della scelta, intesa quale rinuncia anche dolorosa a qualcosa che avremmo potuto fare e abbiamo deciso di sacrificare in nome di qualcos’altro a cui tenevamo di più>. Vedremo se i genitori ed il mondo della Scuola sapranno farne tesoro.