Gli anarchici bianchi: Nemici della democrazia democratica americana

500 500 Mario Alexis Portella
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31Douthat-mediumSquareAt3Xdi Mario Alexis Portella · Sin dall’omicidio di George Floyd da parte di un poliziotto bianco— atto di grande brutalità e non di razzismo—gli Stati Uniti d’America hanno subito un sisma nel loro ordine civile.

L’America si trova in uno stato di guerra civile culturale, difendendosi contro anarchici finanziati principalmente dal Black Lives Matter (BLM)—il BLM è un’organizzazione che sostiene di difendere i diritti dei neri americani, ed è anche sostenuto dall’Antifa, un movimento militante di bianchi di estrema sinistra che si definisce “antifascista” . Il BLM, però, non è altro che uno strumento terroristico dei marxisti in America. Approfittando della morte di Floyd, il BLM, insieme ai millenari bianchi, sono riusciti a creare una polarizzazione socio-politica caratterizzando gli Usa come un paese razzista. Il loro scopo, con la speranza di bloccare la rielezione del Presidente Donald Trump a novembre, è di sradicare i principi democratici sostituendoli con l’anarchia, ad esempio, cercano di eliminare la polizia nelle città con il movimento Defund the Police.

La violenza è la loro arma, come mostrato dai saccheggi violenti, le distruzioni di monumenti storici, ecc. E’ vero che alcuni monumenti demoliti erano di politici e generali degli Stati Confederati—quello non scusa le loro demolizioni—costruiti con il finanziamento del Partito Democratico durante le leggi di Jim Crow—leggi basato sulla teoria della supremazia bianca dopo la Guerra Civile (1861-1865) in quanto il razzismo fece appello ai bianchi che temevano di perdere il lavoro preso dai neri.

Questi anarchici, in gran parte bianchi, però, hanno anche distrutto monumenti di coloro che hanno lottato per l’uguaglianza umana, come quelli del Presidente Ulysses S. Grant—il generale dell’Unione che, combattendo per porre fine alla schiavitù, ha portato l’esercito del Nord alla vittoria contro gli Stati Confederati durante la guerra civile; quello del francescano chiamato “lApostolo della California”, il Venerabile fra Junipero Serra. Questi criminali hanno anche dissacrato i monumenti di Abraham Lincoln e dei soldati caduti durante la 2° Guerra Mondiale.

La vera doppiezza, però, del BLM è il rifiuto di affrontare la tragedia di quanti neri americani vengono uccisi da altri neri americani, come i gangsters neri nella città di Chicago.

Purtroppo, i legislatori di sinistra hanno inneggiato all’attuale guerra civile sottomettendosi ai capricci del BLM, come inginocchiandosi per chiedere il perdono per i crimini commessi da altri bianchi. Così la Speaker della Camera Nancy Pelosi, il Senatore Charles Schumer ed altri esponenti democratici hanno fatto, contemporaneamente indossando sciarpe di stile africano—molti neri americani detestano questo poiché si considerano (neri) americani e non “afro-americani”.Unknown

Le radici di questo conflitto

Tanti nei mainstream media e nell’ambiente politico accusano il Presidente Trump di razzismo—non c’è niente di vero in questo siccome lui ha lottato contro la discriminazione razziale per anni—e per spingere questo caos. L’attuale fenomeno, scoppiato sotto la sua amministrazione, avvenne anche durante il mandato Presidente Richard Nixon (1969-1974).

Nixon, nonostante la sua retorica pacifica durante la campagna elettorale, anche quella del suo primo discorso inaugurale, ha polarizzato la società statunitense invece di conciliarla. Ad esempio, lui accusava i suoi avversari di essere i nemici della democrazia, in particolare i manifestanti contro la guerra in Vietnam. Appellandosi alla sua cosiddetta “maggioranza silenziosa”, proprio come Trump ha fatto ogni tanto, Nixon si è presentato come il salvatore dei suoi. Il risultato fu un paese ancora più diviso.

Non c’è dubbio, quindi, che gli Stati Unit hanno avuto momenti difficili nella propria storia, tra cui la schiavitù—occorre sapere che anche i neri in America possedevano altri neri come schiavi fino alla Guerra Civile. Tuttavia, anche se il razzismo esiste ancora, l’America non è un paese istituzionalmente razzista. Anzi, è ancora l’unica nazione sulla terra capace di garantire la libertà di parola e di religione a tutti. Occorre che Trump, come capo del mondo libero, si renda conto che se lui non semina l’ordine, l’unità, il progresso e la pace, non sarà soltanto l’America che crollerà, ma il resto del mondo civile.

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Mario Alexis Portella

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