di Giovanni Pallanti • I detrattori dell’esperienza umana e sacerdotale di don Lorenzo Milani hanno dimostrato dal 1967 ad oggi poca conoscenza della vita e delle opere del priore di Barbiana. Soprattutto nei primi venti anni del Duemila le critiche su don Lorenzo si sono fatte più maligne e meno veritiere. In particolare con la vicenda del Forteto. Una storia che è nata praticamente molti anni dopo la morte di don Milani, avvenuta appunto nel 1967. I critici dell’autore di “Lettera a una professoressa” (edizioni LEF) hanno addossato l’amicizia di Giampaolo Meucci, amico di don Milani, con l’aguzzino del Forteto, Rodolfo Fiesoli. Come è facile dedurre, sull’amicizia di Meucci con Fiesoli don Milani non c’entra per nulla. Tutto questo ha pesato nella valutazione della didattica formativa di don Milani a Barbiana e sul suo ruolo di docente a tempo pieno per un gruppo di ragazzi che poi hanno lavorato nel sindacato CISL, in modo particolare nel settore tessile, dove erano numerose le lavoranti donne. A questo proposito è fondamentale ricordare che nella sua breve vita il priore di Barbiana non è stato un omofilo come alcuni cattivi detrattori vorrebbero farlo apparire. Lo testimonia in modo definitivo il libro di Sandra Passerotti “Le ragazze di Barbiana- La scuola al femminile di don Milani”, recentemente pubblicato dalla LEF. In questo volume la Passerotti documenta un’inchiesta tra le giovani donne che frequentarono i corsi istituiti per loro da don Lorenzo. Diverse ragazze di molti anni fa testimoniano la loro esperienza di allieve del priore ,che ha dedicato tutta la sua breve vita al riscatto culturale della popolazione contadina., per molti secoli oppressa dalla borghesia e dall’aristocrazia proprietaria terriera. In una lettera di don Lorenzo a Giuseppina Grassi Melli del 1966, ad un anno dalla sua morte,scriveva: “ Cara Giuseppina, mi rivolgo a te perché come sai l’unica differenza tra i maschi e le femmine è che le femmine conoscono qualcosa nei fatti altrui, mentre i maschi capiscono solo dei loro propri”.
E’ facile quindi capire come don Milani avesse chiaro il ruolo e la funzione delle donne nella famiglia e nella società. Le donne sono più solidali e più partecipi nella vita degli altri e delle comunità. Per questa ragione avviò dei corsi a Barbiana per le ragazze: una sorta di avviamento al lavoro che comprendeva nozioni di cultura generale e una scuola di sartoria che fu affidata ad una ragazza che poi diventerà moglie di Maresco Ballini. Un ragazzo della scuola di Barbiana che diventerà segretario generale dei tesssili della CISL.
Il libro di Sandra Passerotti testimonia inequivocabilmente che don Lorenzo è stato un sacerdote fedele alla Chiesa – come ha ricordato visitando la sua tomba Papa Francesco insieme al Cardinale Betori – e un uomo a tutto tondo che conosceva bene i problemi degli uomini e delle donne.