di Giovanni Pallanti • Bernardo Leighton è stato un uomo politico cileno di primissimo piano. Nella sua lunga militanza politica nella Democrazia Cristiana della Repubblica Andina ha ricoperto numerosi incarichi di governo: Ministro del Lavoro nel governo di Arturo Alessandri dal 24 Marzo 1937 al 12 Marzo 1938. Dopo la Seconda Guerra mondiale fu Ministro della pubblica Istruzione nel governo di Gabriel Gonzalez Videla dal 22 Febbraio 1950 al 4 febbraio 1952. Quando Eduardo Frei diventò Presidente della Repubblica del Cile divenne ministro dell’Interno e vice Presidente della Repubblica. Insieme a Frei Don Bernardo come lo chiamavano gli amici, fu uno degli artefici politici della riforma agraria e delle miniere del rame che furono in parte nazionalizzate per sottrarle a imprenditori anglosassoni. La rivoluzione agraria e mineraria del Cile fu presa ad esempio dalle forze progressiste dell’America Latina. In un continente che veniva trattato dagli Stati Uniti come una colonia, Eduardo Frei e Leighton rappresentarono la via democratica e cristiana alla giustizia sociale e allo sviluppo economico senza ricorrere alle tradizionali politiche degli economisti di destra né aderendo a teorie marxiste. In modo particolare Leighton aveva una fortissima personalità: cristiano senza se e senza ma, con la testa rivolta all’eterno ma i piedi ben piantati per terra. Assomigliava nel modo di pensare e di agire a Giorgio La Pira (era nato il 16 Agosto 1909 ed era quindi quasi coevo di La Pira che era nato nel 1904). Rispetto a La Pira Leighton aveva avuto una maggiore esperienza nei governi nazionali e un ruolo fondamentale durante il periodo della presidenza di Eduardo Frei. Politico a tutto tondo aveva una cultura umanistica ed economica di livello straordinario. Sapeva fare politica: una volta gli domandai:” come mai Radomiro Tomic ha perso le elezioni per la Presidenza della Repubblica?” Leighton mi disse sorridendo:” Tomic è un grande economista. Purtroppo i numeri non entusiasmano. La politica o la si fa col cuore o siamo destinati a perdere”. In quella occasione escluso Tomic rimasero in lizza i due candidati classificati al primo e secondo posto nella elezione diretta del Presidente della Repubblica: un candidato della destra democratica Arturo Alessandri e Salvador Allende. I democratici cristiani elessero Eduardo Frei Presidente del Senato e decisero di votare in Parlamento, visto il fallimento numerico dei candidati in lizza per l’elezione diretta del presidente, per Salvador Allende. Il tutto per non interrompere l’opera riformatrice del governo Frei. Il governo Allende fu praticamente mangiato dalla politica estremista dei socialisti e in parte dei comunisti. La democrazia fu messa duramente alla prova. Il generale Pinochet, nominato capo di stato maggiore delle forze armate dal governo Allende, scatenò un golpe che costrinse Allende al suicidio. Fu instaurata una dittatura di destra Leighton insieme ad altri 12 esponenti nazionali della DC cilena si dichiararono contrarissimi a Pinochet. Invitato in Italia dal deputato democristiano Gilberto Bonalumi fu ferito gravemente in un attentato a Roma il 5 ottobre 1975. L’attentato, in cui fu ferita gravemente anche la moglie, era stato organizzato dalla DINA (la polizia segreta di Pinochet). Qualche tempo dopo tramite Bonalumi che gli aveva parlato di me diventammo amici. Fu a Firenze per una settimana ospite della DC. Lo accompagnai a conoscere la città per i musei e nel giardino di Boboli. Con grande gioia della moglie di Leighton che era rimasta paraplegica dopo l’attentato dell’ottobre 1975. Bernardo Leighton è una delle figure più grandi del cattolicesimo democratico mondiale. Per spiritualità, cultura e capacità politiche non era inferiore né a Moro, né a Dossetti, né a La Pira, né a Fanfani. Morì in Cile nel 1995. Un uomo così doveva essere onorato anche dalla Chiesa cattolica cilena. Purtroppo sarà difficile che questo accada: la maggioranza dei Vescovi cileni, come hanno dimostrato le iniziative di Papa Francesco contro di loro, sono agli antipodi di Bernardo Leighton.