di Carlo Parenti • Il Segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin , ha compiuto dal 20 al 24 dello scorso agosto un viaggio in Russia. La visita, all’insegna della costruzione di ponti in un clima di ascolto e dialogo, è passata un po’ sotto silenzio sui media, anche per il periodo estivo, ma è un fatto importante che si colloca nell’attualissimo tema di politiche e di scelte economiche capaci di generare relazioni e integrazione con la Russia (la casa comune europea). Mi viene in mente la lungimiranza genuinamente politica di La Pira che nel lontano 1959, in piena guerra fredda, si recò a Mosca. E significative sono le parole del cardinale al suo rientro: «questo era il messaggio che volevo trasmettere: cioè, che la Russia, per la sua posizione geografica, per la sua storia, per la sua cultura, per il suo passato, per il suo presente, ha un grande ruolo da giocare nella comunità internazionale, nel mondo. E quindi ha una particolare responsabilità nei confronti della pace: sia il Paese, sia i suoi leader hanno una grande responsabilità nei confronti della costruzione della pace e devono veramente sforzarsi di mettere gli interessi superiori della pace al di sopra di tutti gli altri interessi».
Si tratta da parte di un Segretario di Stato del primo viaggio in Russia dopo 29 anni dalla storica trasferta del cardinale Agostino Casaroli per il millennio del Battesimo della Rus’ di Kiev. Cioè la conversione al cristianesimo della Russia che risale alla fine degli anni 980 (l’anno esatto non è certo) quando Vladimir il Grande, dopo essere stato battezzato a Cherson, impose alla sua famiglia e alla popolazione di Kiev il battesimo collettivo nelle acque del Dnepr. Questo sacramento di massa diventò di fatto il simbolo dell’introduzione del cristianesimo nello Stato della Rus’ di Kiev.
Parolin ha incontrato il metropolita Hilarion, il ministro degli Esteri Sergey Lavrov , il patriarca Kirill ed infine Vladimir Putin. «Ricordo–ha detto il presidente russo-come mi avete accolto in modo caloroso in Vaticano e ricordo bene il colloquio con il Pontefice». Ha poi aggiunto che la Russia «accoglie con favore il dialogo diretto iniziato tra la Santa Sede e la Chiesa ortodossa russa. I valori umanitari comuni, che vengono difesi dalla Santa Sede, sono alla base dei rapporti tra la Federazione Russa e il Vaticano, come anche nel dialogo tra la Chiesa cattolica e quella ortodossa».
Per il Segretario di Stato si è trattato di un incontro «positivo, cordiale, di rispetto ed ascolto reciproco», come sottolineato da una nota della Santa Sede e confermato dal Cremlino. Parolin ha parlato di impressioni «positive[…]e di colloqui-sia a livello di autorità religiose, che politiche-significativi. Sono stati incontri anche costruttivi. Mi pare di dover mettere l’accento un po’ su questa parola: “incontri costruttivi” C’è stata la possibilità di uno scambio abbastanza approfondito su diverse tematiche e c’è stata ricettività, ascolto e disponibilità a capire le reciproche posizioni» Un esempio è relativo alla restituzione dei luoghi di culto alla Chiesa Cattolica. Il cardinale ha infatti detto: «Abbiamo trovato sensibilità e attenzione. Speriamo vivamente che ora si dia seguito concreto a quello che è stato detto. La comunità cattolica si trova in alcuni luoghi in serie difficoltà perché non ha un luogo adibito al culto, ci sono comunità che si riuniscono negli appartamenti; avere luoghi di culto adeguati è un tema che riguarda la libertà religiosa».
Sul tema della pace sia col ministro Lavrov, sia con Putin- ha riferito ai giornalisti Parolin- è stato affermato che nelle crisi internazionali: «basta con le soluzioni di forza, serve una soluzione di giustizia[…] I conflitti sono talmente tanti che (come ha detto il presidente Putin sorridendo) dovremmo stare qui fino a domani mattina per passarli tutti in rassegna… È stata, comunque, ribadita la volontà da parte nostra, ma anche da parte russa, di trovare delle soluzioni negoziate e politiche e non affidate soltanto ai rapporti di forza , anche perché una soluzione che sia solo di forza, magari sistema le cose sul momento, ma poi lascia che il fuoco covi sotto la cenere; se non c’è una conciliazione profonda, un impegno di tutti per la pace, la giustizia e il riconoscimento dei diritti di ciascuno, ogni soluzione è precaria[…] (Con Putin) si sono potuti affrontare tutti i temi che almeno a noi stavano a cuore che fossero affrontati, come quello, per esempio, del Medio Oriente, della situazione in Siria in particolare, e in questo contesto anche il tema della presenza dei cristiani: sappiamo che una delle coincidenze che ci sono tra la Russia e la Santa Sede è proprio questa dell’attenzione alla situazione dei cristiani, il tema delle persecuzioni dei cristiani, che tendiamo ad allargare a tutti i gruppi religiosi – naturalmente – e a tutte le minoranze, cercando di coinvolgere anche i musulmani». Aggiungo che durante il viaggio è sempre stata affrontata anche la situazione ucraina «nella volontà di costruire e superare le difficoltà che ci sono».
Nell’incontro con il Patriarca Kirill «ci si è soffermati – ha detto Parolin- un po’ su questo nuovo clima, questa nuova atmosfera che regna nei rapporti tra la Chiesa ortodossa russa e la Chiesa cattolica; questo nuovo clima, questa nuova atmosfera che si è instaurata negli ultimi anni e che naturalmente ha avuto un momento particolarmente significativo e di forte accelerazione anche grazie all’incontro de L’Avana tra il Patriarca e il Papa, a cui poi è seguito questo avvenimento. Veramente, ho notato da parte degli interlocutori ortodossi come siano stati colpiti da questa esperienza della visita delle reliquie di San Nicola di Bari a Mosca e San Pietroburgo, ma nel senso che proprio sono stati colpiti dalla fede e dalla religiosità del popolo. E’ stato sottolineato anche come molti russi che appartengono alla tradizione ortodossa ma che non frequentano, i non praticanti, in questa occasione si sono avvicinati alla Chiesa. E’ stato veramente un evento grandioso per dimensioni–due milioni e mezzo di fedeli- e per l’impatto di fede e di spiritualità». Inoltre il cardinale ha riferito che: «si è molto insistito sul punto che le due Chiese di fronte alle tante situazioni di conflitto che esistono nel mondo possono davvero esercitare un’opera umanitaria incisiva ed efficace».
Concludo con quanto il cardinale Pietro Parolin ha detto a Radio Vaticana1: «mi ha molto impressionato la visita che abbiamo fatto una sera alla Cattedrale di Cristo Salvatore, la cattedrale ortodossa di Mosca, che era stata fatta saltare in aria durante il regime comunista. E quindi è stato anche un momento per ricordare questa storia dolorosissima dell’epoca in cui si voleva sradicare completamente la fede dal cuore dei credenti ed eliminare ogni segno della presenza di Dio e della Chiesa in quella Terra. Cosa che non è riuscita, perché Dio è più grande dei progetti degli uomini».
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