di Gianni Cioli · Nell’anno accademico 2024/2025 prenderà avvio la Scuola di Alta Formazione in Antropologia Medica nell’ambito della Facoltà teologica dell’Italia Centrale. La Scuola si colloca nel solco di una navigata tradizione di percorsi formativi e di esperimenti di ricerca transdisciplinari attuati dalla Facoltà stessa e che hanno dato buona prova. Se attualmente è attiva, con successo, la Scuola di Alta Formazione in Teologia e Arti (per informazioni e iscrizioni: https://www.ftic.it/safarti24/ ), vale soprattutto la pena di rammentare che, negli anni dal 2003 al 2007 (quando era ancora possibile l’organizzazione di un Master in una Facoltà Teologica, a differenza di oggi), la Facoltà si distinse per l’attivazione di un Master in teologia e architettura di chiese che ha costituito un significativo esempio concreto, nel metodo e nei contenuti, di collaborazione transdisciplinare.
Se con le arti e con l’architettura la teologia ha dunque imbastito, in questa Facoltà, un dialogo sicuramente fruttuoso sulla base di evidenti punti di contatto fra le diverse discipline, se non altro per ragioni storiche, ci si potrebbe tuttavia chiedere che cosa c’entri l’antropologia medica con gli studi pertinenti a una Facoltà teologica.
L’esigenza di un simile percorso transdisciplinare è nata, per la verità, dal bisogno di affrontare su basi scientifiche e con qualità accademica, attraverso percorsi di ricerca e concrete offerte formative, un problema che si qualifica con tutta evidenza come patologico e necessitante anche di un approccio clinico, seppur collocabile in un orizzonte antropologico più ampio che veda in dialogo scienze umane e teologia. Mi riferisco al problema degli abusi sui minori e sulle persone vulnerabili, soprattutto nell’ambito delle strutture ecclesiastiche.
La Facoltà Teologica dell’Italia Centrale, per altro, è stata una delle prime Facoltà teologiche italiane che si sono interessate al problema dell’abuso sui minori e alla promozione della tutela dei minori e degli adulti vulnerabili.
Nell’Anno Accademico 2016/17 fu proposto, con successo, il Corso “Safeguarding: il nostro impegno per la tutela dei minori” per la prevenzione degli abusi sessuali sui minori basato sul programma e-learning del Centre for Child Protection (CCP) della Pontificia Università Gregoriana, destinato a sacerdoti e religiosi con lettera di presentazione del Vescovo della Diocesi di appartenenza.
Nel 2017 la Facoltà promosse e ospitò la prima Conferenza europea dedicata alla promozione della Tutela dei minori nel percorso formativo dei canditati al Sacerdozio, dal titolo: Formazione e Prevenzione. Confrontare i differenti approcci di formazione umana e valutazione psicologica nei Seminari: un ulteriore passo verso il Safeguarding in Europa (31 marzo – 1 aprile 2017).
A partire da queste esperienze è stato inserito, nel percorso istituzionale del quinquennio teologico, un corso complementare obbligatorio dedicato alla Tutela dei minori e degli adulti vulnerabili, tenuto annualmente dal prof. Stefano Lassi, incentrato su tematiche di antropologia medica.
A partire da questo imprinting la Scuola di Alta Formazione in Antropologia Medica, in collaborazione con diverse Istituzioni internazionali, in particolare con l’Istituto di Antropologia della Pontificia Università Gregoriana, intende allargare l’attenzione considerando anche altri aspetti della tutela della dignità umana. Soprattutto nei minori e nei soggetti più vulnrabili, la dignità della vita umana appare, infatti, oggi particolarmente minacciata su diversi fronti, alcuni ben noti, altri per così dire, ancora in gran parte inesplorati. Si pensi, ad esempio, alle nuove dipendenze collegate all’uso di Internet e alla sfida costituita dall’intelligenza artificiale.
Se le problematiche relative alla vulnerabilità della persona umana, alla sua cura e alla tutela della sua dignità possono a buon diritto essere considerate nell’orizzonte della teologia e trattate nell’ambito delle discipline studiate in una Facoltà teologica, è perché la Chiesa, come felicemente sintetizzato da Paolo VI nella Populorum progressio, si autocomprende, in virtù del vangelo che costudisce, come “esperta di umanità” (PP 13). Questa competenza, d’altra parte, non potrà essere “offerta”, dalla Chiesa alla società, che con un atteggiamento di estrema umiltà, lasciandosi anche vagliare criticamente dal confronto, intellettualmente onesto, con i dati offerti dalle scienze umane e dalla stessa esperienza clinica. Le vicende dolorose degli episodi di abuso su minori e vulnerabili, nell’ambito della Chiesa, e soprattutto della loro spesso improvvida gestione, ci hanno ricordato, se mai ce ne fosse stato bisogno, che Chiesa possiede il suo tesoro (compresa la sua prerogativa di essere “esperta di umanità”) “in vasi di creta” (2Cor 4,7). Anche attraverso il dialogo con le scienze umane mediante l’impegno transdisciplinare della ricerca teologica la Chiesa appare oggi, dunque, chiamata a tutelare il suo tesoro e a farne generoso dono “per la vita del mondo”(OT 16) .
Il percorso formativo che la Scuola propone quest’anno sarà dunque dedicato soprattutto alla tutela dei minori e degli adulti vulnerabili e, più in generale, alla cura dei soggetti fragili. Il percorso si articolerà attraverso una serie di otto incontri che si svolgeranno, con scadenza mensile, in presenza, presso la Facoltà Teologica, ma con la possibilità di partecipare anche da remoto, online. Il programma, i costi e le modalità d’iscrizione sono consultabili al seguente link: https://www.ftic.it/saf-antropologia-medica/ .